Chiesa gremita per l'ultimo saluto a Stefano
Una folla commossa ha partecipato oggi pomeriggio, sabato, alle esequie del 26enne educatore in oratorio: "Un cuore inquieto e felice"
Chiesa gremita per l'ultimo saluto a Stefano. Una folla commossa ha partecipato oggi pomeriggio, sabato, alle esequie del 26enne educatore in oratorio: "Un cuore inquieto e felice"
Chiesa gremita per l'ultimo saluto a Stefano
La chiesa San Pancrazio di Bovisio Masciago era gremita già dall'inizio del Rosario, una folla silenziosa e commossa che si è radunata per dare l'ultimo saluto a Stefano Ronchi, il 26enne morto dopo essere precipitato durante un'escursione in montagna, al Pian dei Resinelli. Oggi pomeriggio, sabato, sono stati celebrati i funerali del giovane pasticcere impegnato in parrocchia come educatore, animatore e volontario della Caritas
Tanti i giovani dell'oratorio
Tra i numerosi giovani presenti in chiesa, alcuni indossavano la maglietta colorata con la scritta "animatore", un omaggio a Stefano, amico e punto di riferimento per i ragazzi in tante edizioni del grest estivo. All'inizio delle esequie, concelebrate da sei sacerdoti, proprio gli animatori della comunità pastorale Beato Luigi Monti hanno ricordato Stefano, è stato anche letto un messaggio della mamma Ines e ha preso parola il fratello Davide. Il sindaco Giovanni Sartori ha proclamato il lutto cittadino ed era in chiesa in fascia tricolore insieme agli assessori, Polizia Locale, Carabinieri, Protezione civile e il gonfalone del Comune. L'uscita dalla chiesa del feretro è stata accompagnata da scroscianti applausi.
"Un cuore inquieto e felice"
Nela sua omelia, don Davide Pezzali ha ricordato Stefano: "Un grido si è levato dal cuore sei giorni fa: 'Non è possibile? Perché proprio lui? Perché Stefano?' Lui non dormiva mai, si spendeva per tutti, lo invidiavamo perché ce la faceva, non mollava mai. Era amico di tutti, condivideva tutto con tutti, era un cuore inquieto e felice, inquieto perché sembrava non gli bastasse mai, felice se solo uno dei suoi ragazzi gli faceva un sorriso o una confidenza. Nessuno poteva contenere quel cuore. Tutto di Stefano parlava di generosità, sento gratitudine per aver conosciuto una persona così, niente di quello che ha dato andrà perduto, sarà una presenza. Quando si camminava mi staccava sempre ma poi mi aspettava e anche adesso, ci ha staccato e ci aspetta". Poi, rinvolgendosi ai famigliari di Stefano: "Concedeteci in questi giorni di essere un po' la vostra famiglia e attraverso di voi, tenere quel cuore inquieto nel gracile corpo di Stefano di cui ci siamo tutti follemente innamorati"
Un ampio servizio dedicato a Stefano Ronchi sarà pubblicato sul Giornale di Desio del 13 dicembre