Come porta il calore nelle case, i segreti della centrale
Tour guidato aperto ai cittadini: tecnici ed esperti hanno rivelato i particolari dell'infrastruttura monzese
Tre centrali di Acinque e la centrale di Brianzacque e Rovagnati mandano acqua calda lungo 36 chilometri di tubature, servendo oltre 21mila appartamenti. Il tutto con un modello di sostenibilità, che evita l’emissione in
atmosfera di circa 3750 tonnellate di Co2 l’anno. Sono stati svelati sabato i "segreti" della centrale del teleriscaldamento di Monza.
Visite guidate alla centrale
Sono stati un centinaio i monzesi che hanno approfittato sabato dell’opportunità di visitare la centrale di teleriscaldamento a Monza Nord, di Acinque, al confine con Lissone, accolti da Marco Cappelletti e Giovanni Chighine, presidente e amministratore delegato di Acinque Tecnologie, la società del gruppo che si occupa di cogenerazione e teleriscaldamento. Presenti la mattina anche Matteo Barbera e Annamaria Di Ruscio, presidente vicepresidente del Gruppo Acinque.
La centrale Monza Nord (inaugurata nel 2009) è collegata in un’unica rete lunga 36 chilometri con quelle di Monza Centro (via Canova, inaugurata nel 1999) e Monza Sud (via Pasubio, 2003). La rete distribuisce acqua calda domestica e sanitaria per il riscaldamento e viene alimentata dalle tre centrali di cogenerazione a metano che producono simultaneamente energia termica ed elettrica.
Ad esse, sempre collegate in rete, si aggiungono le centrali presso lo stabilimento del gruppo alimentare Rovagnati e presso BrianzAcque: le due aziende autoproducono e consumano elettricità, cedendo ad Acinque il calore.
Calore ed energia pulita a km 0
Il teleriscaldamento è un esempio di energia pulita a chilometro zero, prodotta in loco, distribuita in sicurezza e senza necessità di manutenzione: gli impianti di riscaldamento domestici sono infatti serviti non da una caldaia bensì da un apparecchio scambiatore.
Il teleriscaldamento a Monza evita l’emissione in atmosfera di circa 3.785 tonnellate di Co2 l’anno. Sono oltre 21mila gli appartamenti monzesi serviti dal teleriscaldamento, all’incirca 50mila abitanti.
Il fatto che la rete monzese sia un tutt’uno permette sia di lavorare in sicurezza (se si ferma una centrale, lavorano le altre) che di risparmiare (ad esempio d’estate, quando la richiesta di calore è minore, lavorano le centrali Brianzacque e Rovagnati mentre le altre, salvo richieste, restano ferme). La connessione in una rete unica avvenne anni fa con un fondamentale tratto di tubazione che connetteva in zona Re de Sass le tre reti che facevano capo alle tre centrali Acinque.
Il futuro? Espandere il servizio
«Per il futuro -hanno spiegato Cappelletti e Chighine – puntiamo a servire anche la zona sudest della città, a partire dal Policlicnico. Non si pensa però a una ulteriore centrale perché l’obiettivo finale è la decarbonizzazione. Quindi puntiamo a recuperare altri cascami termici da aziende, ad impianti di solare termico, all’uso di biogas, purché siano fonti disponibili in zona. Abbiamo uno studio in corso col Comune. Ad esempio si potrà recuperare il calore prodotto da eventuali data center che dovessero approdare in città».
Tra le utenze collegate a Monza Nord c’è la Villa Reale ma non l’ospedale San Gerardo: in origine si pensava di collegarlo (non per niente la centrale fu costruita lì vicino) ma successive scelte anche di carattere economico e fiscale portarono l’ospedale a dotarsi di una sua propria centrale di riscaldamento.
Nel futuro resta anche la prospettiva possibile di creare una rete di teleriscaldamento provinciale: quella di Bea, che fa capo al termovalorizzatore di Desio, dista solo pochi chilometri da Monza Nord. Poco più a nord c’è una rete di teleriscaldamento anche a Seregno (Gelsia).
Tanti i curiosi arrivati anche da lontano
Commento positivi tra i primi visitatori all’uscita del tour guidato: «Non ci eravamo mai stati -dicono Paolo e Grazia-: molto interessante. Speriamo che organizzino altre visite ad altri impianti. Anche le aziende private dovrebbero farlo, aprirsi alla popolazione». Prima volta anche per una mamma con la figlia («niente nomi né foto»): «Interessante vedere come nasce il caldo che ci arriva in casa. Peccato sapere che l’ospedale non è collegato. Ci sembra che il teleriscaldamento sia più pulito rispetto ad avere tante piccole caldaie, che non si sa mai se sono controllate e mantenute in rodine».
E c’è anche chi è venuto da Codogno per visitare la centrale: «Molto interessante vedere dall’interno la centrale -dicono Lucio e Riccardo, padre e figlio-: serve a sensibilizzare chi è scettico riguardo la riduzione delle emissioni in atmosfera e dell’inquinamento in generale».