La sentenza

Confermato il patteggiamento a 4 anni per Francesco Tallarita

Assoluzione invece per Francesco Bonasera, in servizio all'ufficio tecnico di Desio, per Carlo Oggionni, dipendente in municipio a Pessano, per Maurizio Cazzaniga, del settore territorio presso il comune di Biassono, per Maria Cidoni, moglie di Tallarita, per Enrico Rivolta e Massimo Sangiorgio, architetti presso il comune di Biassono

Confermato il patteggiamento a 4 anni per Francesco Tallarita
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Confermato il patteggiamento a 4 anni per Francesco Tallarita l’imprenditore di Verano arrestato nel 2022 per corruzione relativa ad appalti del verde pubblico, ma il gup Francesca Bianchetti ha assolto tutti gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato, a eccezione di Angela Galbiati, cittadina di Biassono, funzionaria dei lavori pubblici del comune di Pessano con Bornago, condannata a 3 anni per due soli capi di imputazione (relativi a lavori sul verde nella zona di Pessano). Per lei erano stati chiesti 5 anni e 4 mesi. Patteggiamento anche per Giovanni Mancini (due anni con pena sospesa), capo del settore gestione territorio in comune a Biassono, per Stefano Buccino, dipendente della provincia di Monza, per Angelo Tringali, del servizio gestione strade presso la provincia, per Maurizio Marotto, di Brianzacque, e per Matteo Dozio.

Processo Tallarita, le assoluzioni

Assoluzione per Francesco Bonasera, residente a Bovisio Masciago, in servizio all'ufficio tecnico di Desio, per Carlo Oggionni, dipendente in municipio a Pessano, per Maurizio Cazzaniga, del settore territorio presso il comune di Biassono, per Maria Cidoni, moglie di Tallarita, per Enrico Rivolta e Massimo Sangiorgio, architetti presso il comune di Biassono.

Cade dunque parte dell’impianto accusatorio della procura, che parlava di «spaccato criminale allarmante e inquietante» attorno alla figura di Tallarita, il quale, secondo le accuse, ha creato una rete di contatti grazie alla quale riusciva ad accaparrarsi molti appalti di piccola o media rilevanza (totale stimato due milioni e mezzo di euro, per un profitto illecito di circa 260mila euro: l’equivalente della somma che gli era stata sequestrata in primavera) attraverso tre società a lui riferibili, utilizzate a turno per aggirare il principio di rotazione di affidamenti.

Decisivo, per capire cosa abbia portato a questa decisione, sarà leggere le motivazioni della sentenza, attese entro 90 giorni.

(nella foto di copertina Francesco Tallarita)

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