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Conquistano la vetta del Pizzo Coca

L'esperienza di un gruppo di escursionisti tra cui il vice presidente dell'Avis.

Conquistano la vetta del Pizzo Coca
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Cinque amici escursionisti hanno conquistato la vetta del Pizzo Coca.

Sulla vetta del Pizzo Coca

"La vista mozzafiato e il panorama che ti si presenta davanti agli occhi ti ripaga di ogni fatica". Sono queste le parole di Mario e Lorenzo Citterio, rispettivamente padre e figlio, accanto ai compagni di cordata, il sovicese Simone Canzi e Maurizio e Matteo Parravicini di Vergo Zoccorino arrivati a quota 3mila e 50 metri di altitudine sulla cima del pizzo Coca, la più alta vetta delle Orobie. Mario Citterio di Carate Brianza ma originario di Biassono è molto conosciuto in paese per il suo impegno nell’associazionismo. Attualmente è vicepresidente dell’Avis biassonese e ha ricoperto la figura di presidente del sodalizio per due mandati. Ha iniziato a donare il sangue all’età di 22 anni e il figlio ha seguito le orme del papà non solo nell’ambito dell’associazionismo ma anche nelle escursioni e nell’arrampicata. A ogni parete conquistata viene portato in alto il gagliardetto e la maglia dell’Avis. Il Pizzo Coca è meglio conosciuto come il "Re delle Orobie". La montagna è situata lungo lo spartiacque che divide la Val Seriana e la Valtellina.

L'esperienza

Il gruppo di amici ha affrontato l’alta via nell’ultimo fine settimana di luglio: partiti venerdì 29 luglio da Valbondione a quota 950 metri hanno raggiunto il rifugio Coca sotto una pioggia torrenziale. Il mattino seguente è iniziata la scalata con un dislivello di 1.200 metri con un forte vento raggiungendo la cima più alta delle Orobie dopo tre ore di arrampicata. La fatica è stata pienamente appagata dalla vista mozzafiato e dai colori che la natura sa offrire con quel cielo azzurro intenso. "Il tempo è stato a nostro favore, a parte la pioggia trovata il giorno prima. Mentre salivamo, poco prima dell’arrampicata, abbiamo incontrato gruppi di stambecchi e camosci che, sembravano non aver paura della nostra vicinanza. È stato molto impegnativo arrampicare, sempre in sicurezza e senza mai esporsi ai pericoli, ma soprattutto molto bello e divertente. Dalla vetta si poteva scorgere tutta la pianura padana e, in lontananza, la catena degli Appennini" hanno spiegato gli alpinisti che già pensano alla prossima conquista.

Il servizio è pubblicato anche sul Giornale di Carate in edicola da martedì 9 agosto 2022.

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