Polemica politica

Consiglio ancora a distanza: l’opposizione chiede la sfiducia del presidente

Ragioni legate al contenimento dei contagi, secondo la maggioranza. Una mera strategia, per la minoranza

Consiglio ancora a distanza: l’opposizione chiede la sfiducia del presidente
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Chiesta la sfiducia per il presidente del Consiglio comunale di Monza Filippo Carati. Il motivo? A fronte della ripresa in presenza della maggior parte delle attività, le sedute rimangono a distanza. Ragioni legate al contenimento dei contagi, secondo la maggioranza. Una mera strategia, per l’opposizione.

Opposizione chiede la sfiducia del presidente

Ad avanzare la richiesta di sfiducia sono stati gran parte degli esponenti della minoranza. Pd in testa (e compatto) con con Egidio Riva, Marco Lamperti, Egidio Longoni, Marco Pietrobon, l’ex sindaco Roberto Scanagatti e Pietro Zonca, seguito da Monza per Scanagatti con Maria Chiara Pozzi, Italia Viva con Francesca Pontani, ma anche il fuoriuscito della Lega (partito cui appartiene il destinatario dell’istanza) Alberto Mariani (nel gruppo misto col Grande Nord) e l’unico esponente rimasto del Movimento 5 Stelle Aurelio Camporeale (dopo l’addio di Danilo Sindoni ora nel Gruppo misto ma che non compare tra i firmatari).

"Solo a Monza tutto è rimasto fermo"

"La decisione di proporre la revoca è la diretta conseguenza del comportamento di un Presidente che, nonostante i ripetuti inviti che gli sono stati rivolti dai consiglieri e dalle consigliere di minoranza, non ha fatto nulla per favorire la ripresa dei consigli comunali in presenza e ha sistematicamente eluso le proprie responsabilità nello svolgere il ruolo di garante dell’intero Consiglio comunale - hanno fatto sapere - Ormai da mesi nella stragrande maggioranza dei comuni italiani è stato compiuto ogni sforzo per consentire la ripresa delle sedute in sicurezza. Solo a Monza tutto è rimasto fermo e immobile come nel pieno della pandemia. Se durante l’emergenza alcune limitazioni erano inevitabili, da tempo la situazione è radicalmente mutata ed è fin troppo evidente come risulti conveniente alla maggioranza il protrarre l’attuale condizione». A venir meno, sostengono, è il «confronto plurale e democratico".

Sono mesi (almeno da gennaio 2021) che chiedono al presidente del Consiglio comunale di attivarsi per adottare "gli opportuni provvedimenti tali da consentire lo svolgimento delle sedute in presenza". Richieste che, a oggi, non hanno trovato riscontro positivo.

"E' per rispetto delle norme"

Da parte sua il presidente Carati, con una nota diffusa a fine agosto, aveva già esposto le motivazioni alla base di tale decisione. "Per rispettare le normative anti contagio tuttora in vigore, l’ingresso alla sala consiliare continua a essere consentito a un massimo di 30 persone contemporaneamente, così come sono contingentati gli ingressi negli altri spazi comunali disposti dal tecnico dell’Ente responsabile della sicurezza".

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