Contro le donne non c’è solo una violenza fisica, spaventa soprattutto quella psicologica
L’esito dell’indagine condotta nell’ambito del progetto «Farmacia amica delle donne» con i Lions
Contro le donne non c’è soltanto una violenza fisica, ma anche e soprattutto una violenza psicologica che, giorno dopo giorno, conduce alla limitazione della libertà, all’isolamento, al cambiamento delle abitudini personali per atti persecutori come avviene nello stalking.
Contro le donne non c’è solo una violenza fisica, spaventa soprattutto quella psicologica
Emerge da un’indagine condotta in occasione del 25 novembre nell’ambito del progetto «Farmacia amica delle donne», nel quale le farmacie del territorio sono «sentinelle» per intercettare il bisogno delle donne che subiscono violenza in tutte le possibili espressioni. Il progetto, che coinvolge una trentina di farmacie, è nato dal service «La forza in uno sguardo» dei Lions club brianzoli, sostenuti dall’Amministrazione comunale e in collaborazione con i Centri antiviolenza White Mathilda e Cadom.
Dall'indagine condotta sul territorio sono emerse 288 risposte che hanno messo in evidenza «quanto ancora ci sia da approfondire e maturare nelle relazioni di coppia - spiega Mariapia Ferrario, coordinatrice del percorso - Non c’è solo una violenza fisica, l’11 per cento delle risposte. Il 52 per cento degli interpellati identifica e percepisce la pericolosità della violenza psicologica e il 5 per cento quella verbale, che ferisce con le parole e con le minacce. Ma sono ancora poche le persone consapevoli di un’altra forma di vessazione, subdola, poco identificabile e spesso associata alle altre: la violenza economica», il tre per cento.
Secondo dati recenti, elaborati dall’università di Genova, una gran parte delle donne italiane non ha un reale controllo, né la possibilità di decidere come vengono spesi i soldi all’interno della coppia.
«Molte donne ritengono che questo sia normale, come del resto la gelosia. Sono emerse definizioni di “comportamenti” quotidiani probabilmente ritenuti non pericolosi e ai quali facilmente ci si adatta (26 per cento, ndr.). Purtroppo questi atteggiamenti, che permeano le relazioni, rappresentano un terreno fertile sul quale la violenza può mettere radici, crescere e svilupparsi nelle sue diverse forme basate su ignoranza, superficialità e mancanza di rispetto tra generi».
Ferrario aggiunge che molti interpellati hanno rappresentato la violenza con espressioni di «pancia, come senso di ingiustizia, impotenza, tristezza, disgusto, dolore, vergogna, incomprensione. Fino a un imperativo: “Violenza su nessuno”. Forse è da qui che deve prendere il via l’impegno di tutti verso il cambiamento e il camminare insieme».
Maria Pia Ferrario: "Tanti giovani con un vuoto educativo..."
«La violenza è un fenomeno trasversale che interessa tutte le donne e che riguarda tutti, perché costituisce un problema di salute dal quale la società non può chiamarsi fuori - è il commento di Mariapia Ferrario a margine dell’iniziativa - E’ compito di ciascuno nella società, a partire dai genitori e dagli educatori, fare delle concrete riflessioni sul contesto culturale in cui siamo immersi e su come già da piccoli e poi da adolescenti, i ragazzi vivono le relazioni tra pari. Scopriremo che siamo ancora molto legati, il più delle volte inconsapevolmente, a stereotipi e pregiudizi e che proprio su questi crescono le discriminazioni, il sessismo, la mancanza di rispetto per l’altro, per le sue scelte e per i suoi progetti di vita».
Le pesanti conseguenze sono «la prevaricazione, il possesso, la privazione della libertà, l’incapacità di accettare un “no” da parte dell’altro o una sconfitta. Non possiamo più tardare a parlare di violenza se siamo veramente consapevoli delle gravi conseguenze, senza liquidare e circoscrivere il problema a questo o a quel motivo specifico. Una gran parte di giovani vive un vuoto educativo, privo di ideali e soprattutto di strumenti per affrontare la vita che non è sempre e necessariamente fatta di divertimento e successi a portata di mano».