Corre sulle minimoto e vince in memoria della mamma
A soli otto anni il carnatese Francesco Crippa è una promessa italiana delle minimoto.
«Corro per te mamma». E’ una vera è propria corsa contro il tempo per riuscire a diventare un campionissimo quella del giovane carnatese Francesco Crippa, il bambino di appena 8 anni rimasto orfano di madre e la cui immensa passione per la motocicletta ne ha già fatto una delle future e più promettenti stelle della due ruote.
Corre e vince in memoria della mamma
Da sempre supportato dal padre Luca, nato e cresciuto nel quartiere Cazzaniga di Monza prima di trasferirsi a Carnate, e con nel sangue il Dna del nonno Giorgio, storico amatore, Francesco aveva solo tre anni quando è salito in sella alla sua prima minimoto. Di lì alle minimoto da competizione, e al primo giro sulla sua nuova Ohvale 110 con le marce il passo è stato breve. Grazie a un talento che in lui sembra connaturato fin dalla nascita. Un dono del Cielo.
L’anno prossimo il campionato italiano
«Fosse per lui non farebbe altro dalla mattina alla sera - ha infatti raccontato il padre - Ha la stessa pervicacia che ho io nel voler correre sulla moto e la stessa luce che aveva negli occhi mio padre quando girava per le piste italiane: basti pensare che durante un incidente ha pure perso due dita eppure di smettere con la moto non gli è mai passato di mente».
Mica male per un ragazzino di appena otto anni, cresciuto alla scuola motociclistica di Como e le cui performances hanno lasciato di stucco anche i suoi allenatori, stupiti da come Francesco sia riuscito così velocemente a scendere dalla minimoto e a padroneggiare il suo nuovo bolide.
«In effetti è piuttosto precoce ad apprendere - ha continuato il padre - A fine mese compirà nove anni così potrà finalmente iscriversi per gareggiare nel campionato italiano di motociclismo. Un sogno che ha da molto tempo, e che vuole portare a termine anche per mia moglie, sua mamma, che oggi non c’è più».
La promessa alla mamma
Annalisa Marinelli, mamma di Francesco, è infatti morta l’anno scorso a soli 38 anni dopo aver combattuto per anni contro una brutta malattia. E prima di chiudere gli occhi per sempre ha incitato per l’ultima volta il piccolo monzese, pregandolo di continuare a correre e di inseguire sempre i suoi sogni.
Francesco l’ha presa in parola, e seppure inizialmente piuttosto provato da quella tragica scomparsa è riuscito a rialzarsi. Non solo perché il suo amore per la moto scorre nelle sue vene con una forza inarrestabile, ma anche e soprattutto per tener fede alla promessa fatta alla mamma. Con lui (che dentro alla tuta porta sempre la foto della mamma), da qualche tempo ad allenarsi in pista c’è anche la sorellina Giulia, di 10 anni, appassionata di motori e che vorrebbe in futuro diventare il meccanico del fratello campione. «Non è stato facile ritrovarci soli e io impiego tutto il mio tempo libero tra i loro compiti e le loro passioni: la vita è in debito con loro e io voglio far di tutto per concorrere alla loro felicità - ha continuato il padre - Per Giulia poi sperimentare la moto è stato quasi naturale, giacché tutti noi, nonni compresi, abbiamo sempre guardato con ammirazione le due ruote». Poco male, la femminuccia di casa è diventata per l’appunto una bravissima appassionata di motori e meccanica.
E proprio i nonni sono a sostenere Francesco e la sorella nel loro percorso, ricevendoli ogni fine settimana dopo le prove per pranzo nella loro casa del quartiere Cazzaniga. Permettendo così a Francesco di potersi dilettare con la bici nel famoso circuito nel quale, manco a dirlo, un giorno sogna di poter gareggiare con la moto.
La mia Lisa
«La moto è una mia amica e l’ho chiamata Lisa, come la mia mamma - ha concluso Francesco - Con lei mi diverto e dentro al casco rido, è il gioco più bello che ho. Ringrazio il papà, mia sorella e i nonni perché sono sempre pronti ad aiutarmi e prometto che quest’anno mi impegnerò molto. Perché voglio realizzare il sogno di mamma e guidare moto potentissime, come il mio idolo Valentino Rossi. Per me è importantissimo». La stoffa c’è, e qualcosa suggerisce che il piccolo Francesco sia già sulla strada giusta. A tutto gas.