Correzzana non dimentica: posata la Pietra d'inciampo per ricordare Ambrogio Corbetta
Il manufatto che omaggia il giovane deportato e ucciso nei campi di concentramento tedeschi è stato posato alla Cascina San Giuseppe
![Correzzana non dimentica: posata la Pietra d'inciampo per ricordare Ambrogio Corbetta](https://primamonza.it/media/2024/03/63872447_IMG_3876-e1711369065554-420x252.jpg)
Una pietra per inciampare nella memoria. E’ stata posata questa mattina, lunedì, la prima Pietra d’inciampo a Correzzana per ricordare Ambrogio Corbetta, nato il 17 ottobre nel 1921 e deportato nel campo di Buchenwald il 25 marzo 1945.
Posata la Pietra d'inciampo a Correzzana
I cittadini e gli studenti della scuola media si sono riuniti insieme al sindaco Marco Beretta, al parroco don Mauro Viganò e al presidente del Comitato per le Pietre d’inciampo Francesco Mandarano per posare la pietra in memoria di Corbetta. Dapprima, la preghiera sul sagrato della chiesa con l’accompagnamento musicale dell’orchestra dell’Istituto comprensivo.
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Il ricordo di Ambrogio Corbetta
Poi, il ricordo a Corbetta e a tutti gli altri migliaia di italiani, che come lui, hanno subito lo stesso tragico destino.
"L’8 settembre 1943 l’Italia firma l’armistizio – ha spiegato Mandarano – Da una parte sarebbe dovuto essere un grande giorno: per il nostro Paese la guerra era finita, ma se prima i tedeschi erano alleati, da un momento all’altro diventarono nemici. O meglio noi diventammo nemici per loro. Questo significò un cambiamento tragico per le sorti di migliaia di soldati che vennero costretti a compiere un’ardua scelta: o combattere al fianco dei tedeschi o divenire prigionieri di guerra. Ambrogio Corbetta fu tra quegli italiani, che a soli 20 anni di età, scelse l’onore anche a costo della sua stessa vita".
La storia
Quando il giovane Corbetta fu arrestato si trovava sul fronte greco: da lì venne tradotto in Germania, a Weslar, dove venne costretto a lavorare come meccanico, per via delle sue competenze acquisite prima del conflitto. Deportato a Buchenwald nel marzo 1945, venne identificato come il prigioniero numero 139140 e destinato a lavorare al campo 8: qui troverà la morte, probabilmente di fame e di stenti.
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"Non dimentichiamo"
Dopo il ricordo, il corteo guidato dal sindaco e dai parenti del soldato Corbetta si è spostato davanti a cascina San Giuseppe, suo luogo di nascita, dove è stata infine posata la pietra.
"Oggi è un giorno importante – ha dichiarato il primo cittadino rivolgendosi agli studenti e ai partecipanti – Chiunque passerà di qua, d’ora in avanti, non lo farà indifferentemente. Questa pietra serve proprio a questo: a non dimenticare".
Terminato il momento di silenzio avvolto da grande commozione il corteo è tornato in piazza della chiesa, dove l’orchestra musicale ha suonato l’Inno alla Gioia per augurare al Paese intero un futuro diverso, più ricco di speranze e possibilità per i giovani.
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