Cerimonia

Correzzana non dimentica: posata la Pietra d'inciampo per ricordare Ambrogio Corbetta

Il manufatto che omaggia il giovane deportato e ucciso nei campi di concentramento tedeschi è stato posato alla Cascina San Giuseppe

Correzzana non dimentica: posata la Pietra d'inciampo per ricordare Ambrogio Corbetta
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Una pietra per inciampare nella memoria. E’ stata posata questa mattina, lunedì, la prima Pietra d’inciampo a Correzzana per ricordare Ambrogio Corbetta, nato il 17 ottobre nel 1921 e deportato nel campo di Buchenwald il 25 marzo 1945.

Posata la Pietra d'inciampo a Correzzana

I cittadini e gli studenti della scuola media si sono riuniti insieme al sindaco Marco Beretta, al parroco don Mauro Viganò e al presidente del Comitato per le Pietre d’inciampo Francesco Mandarano per posare la pietra in memoria di Corbetta. Dapprima, la preghiera sul sagrato della chiesa con l’accompagnamento musicale dell’orchestra dell’Istituto comprensivo.

Il ricordo di Ambrogio Corbetta

Poi, il ricordo a Corbetta e a tutti gli altri migliaia di italiani, che come lui, hanno subito lo stesso tragico destino.

"L’8 settembre 1943 l’Italia firma l’armistizio – ha spiegato Mandarano – Da una parte sarebbe dovuto essere un grande giorno: per il nostro Paese la guerra era finita, ma se prima i tedeschi erano alleati, da un momento all’altro diventarono nemici. O meglio noi diventammo nemici per loro. Questo significò un cambiamento tragico per le sorti di migliaia di soldati che vennero costretti a compiere un’ardua scelta: o combattere al fianco dei tedeschi o divenire prigionieri di guerra. Ambrogio Corbetta fu tra quegli italiani, che a soli 20 anni di età, scelse l’onore anche a costo della sua stessa vita".

La storia

Quando il giovane Corbetta fu arrestato si trovava sul fronte greco: da lì venne tradotto in Germania, a Weslar, dove venne costretto a lavorare come meccanico, per via delle sue competenze acquisite prima del conflitto. Deportato a Buchenwald nel marzo 1945, venne identificato come il prigioniero numero 139140 e destinato a lavorare al campo 8: qui troverà la morte, probabilmente di fame e di stenti.

"Non dimentichiamo"

Dopo il ricordo, il corteo guidato dal sindaco e dai parenti del soldato Corbetta si è spostato davanti a cascina San Giuseppe, suo luogo di nascita, dove è stata infine posata la pietra.

"Oggi è un giorno importante – ha dichiarato il primo cittadino rivolgendosi agli studenti e ai partecipanti – Chiunque passerà di qua, d’ora in avanti, non lo farà indifferentemente. Questa pietra serve proprio a questo: a non dimenticare".

Terminato il momento di silenzio avvolto da grande commozione il corteo è tornato in piazza della chiesa, dove l’orchestra musicale ha suonato l’Inno alla Gioia per augurare al Paese intero un futuro diverso, più ricco di speranze e possibilità per i giovani.

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