Guardia di Finanza

Corruzione e turbativa d'asta in Brianza: i nomi degli indagati

Emergono ulteriori dettagli sull'indagine delle Fiamme Gialle brianzole.

Corruzione e turbativa d'asta in Brianza: i nomi degli indagati
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Emergono ulteriori dettagli in merito all'operazione condotta questa mattina, martedì 17 maggio, dal Comando provinciale della Guardia di Finanza di Monza in cui le Fiamme Gialle hanno eseguito una serie di ordinanze che hanno portato agli arresti domiciliari di cinque persone (di cui quattro residenti a Carate Brianza, Biassono, Bovisio Masciago e Verano Brianza e una in provincia di Milano) gravemente indiziate, a vario titolo, di corruzione, turbativa d'asta e falso.

Corruzione e turbativa d'asta in Brianza: chi sono gli indagati

Gli indagati raggiunti dalla misura cautelare sono Francesco Tallarita, 50enne di Verano Brianza, amministratore di fatto della Ti Effe Service srl, Angela Galbiati, di Biassono, funzionaria dell'ufficio Lavori pubblici del comune di Pessano con Bornago, Francesco Buonasera, in servizio all'ufficio tecnico di Desio, Giovanni Mancini, capo del settore gestione territorio presso l'amministrazione di Biassono e Stefano Buccino, architetto, dipendente presso la Provincia di Monza e Brianza.

Le indagini

Le indagini portate avanti dai Finanzieri della Compagnia di Seregno, come si legge nella nota diffusa alla stampa questa mattina, si sono concentrate su una serie di condotte finalizzate all'illecita aggiudicazione di appalti ad evidenza pubblica e affidamenti diretti che sarebbero state poste in essere, tra il 2019 e il 2021, da un imprenditore residente a Verano Brianza, amministratore (di diritto o di fatto) di tre società operanti nel settore dei servizi di pulizia e manutenzione delle aree verdi, utilizzate "a giro" per partecipare a gare pubbliche in diversi comuni prevalentemente brianzoli con l'obiettivo di aggirare formalmente il principio di rotazione degli affidamenti, anche grazie ad uno stabile asservimento di pubblici ufficiali infedeli.

Più in particolare le indagini hanno ricostruito l'assegnazione alle società dell'imprenditore di appalti per un valore complessivo di oltre 2,5 milioni di euro indetti da parte di una azienda a partecipazione pubblica monzese e di quattro Enti pubblici locali, di cui tre del territorio di Monza e Brianza e uno della provincia di Milano.

Dall'imprenditore somme di denaro, buoni benzina e altre utilità

Sulla base degli elementi raccolti, i pubblici ufficiali indagati avrebbero ricevuto in corrispettivo dall'imprenditore somme di denaro anche in più tranche (variabili da i 1000 euro e i 12mila euro, a volte anche occultate nei cesti natalizia), buoni benzina e/o altre utilità.

Alcune procedure di gara sarebbero state turbate per avvantaggiare le aziende - ora affidate ad un amministratore giudiziario nominato dall'Autorità Giudiziaria - dell'imprenditore indagato, comunicando in anticipo le condizioni tecniche contenute nel capitolato, i tempi di apertura e di chiusura dei procedimenti di affidamento, i nominativi dei concorrenti da avvicinare al fine di stabilire i ribassi da offrire.

In un caso, i pubblici ufficiali coinvolti, ricorrendo ad una perizia suppletiva per una variante "fittizia" e falsificando lo stato di avanzamento dei lavori già ultimati avrebbero attestato, a cantiere chiuso, l'avvenuta esecuzione di ulteriori opere, procurando così al corruttore un ulteriore profitto illecito.

In due occasioni, la condotta d'istigazione alla corruzione dell'imprenditore ha trovato l'opposizione dei pubblici ufficiali che hanno restituito le somme indebitamente consegnate.

Complessivamente sono 12 le persone sottoposte ad indagini.

Sulla base del principio di presunzione di innocenza, fanno sapere dalla Guardia di Finanza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna

LEGGI QUI ULTERIORI DETTAGLI DELL'OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA 

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