Seregno

Così il sindaco Rossi respinge tutte le accuse

Il contenuto della memoria presentata dai suoi avvocati nella fase preliminare del procedimento penale sull’aggregazione fra Aeb e A2A, nel quale è imputato

Così il sindaco Rossi respinge tutte le accuse
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Nelle condotte del sindaco, Alberto Rossi, nessun reato, bensì il «sostegno politico a un indirizzo» per rafforzare Aeb, attraverso l’integrazione con un’altra società che consentisse economie di scala e un miglior posizionamento sul mercato. Il primo cittadino non avrebbe mai sostenuto l’operazione «se non vi fosse stata una reale, definitiva e decisiva indicazione degli esperti» per procedere senza una preventiva gara pubblica per la scelta del partner industriale. Inoltre «non poteva certo sostituirsi agli esperti incaricati e ha sostenuto modalità operative conformi ai pareri acquisiti».

Così il sindaco Rossi respinge tutte le accuse

Ruota attorno a questi contenuti la difesa del primo cittadino, imputato nel processo sulle «nozze» industriali fra Aeb e A2A davanti al Tribunale di Monza. Nella memoria difensiva presentata nella fase preliminare del procedimento penale, gli avvocati Giacomo Lunghini e Carlo Cerami provano a «smontare», punto per punto, le accuse mosse dai pm Salvatore Bellomo e Stefania Di Tullio: turbata libertà nella scelta del contraente e turbativa d’asta i reati contestati al primo cittadino (a giudizio con altri cinque imputati).

Accuse «non chiare»

I legali definiscono «non chiaro» il capo d’imputazione, di «aver supinamente recepito tutte le indicazioni provenienti dai coimputati» per evitare una procedura a evidenza pubblica e «di aver mantenuto in essere quanto già illegittimamente deliberato» dal Consiglio comunale con il sì all’aggregazione.

Il reato, secondo la pubblica accusa, si consuma dal 17 ottobre 2019 (la lettera d’intenti fra Aeb e A2A) al 30 ottobre dell’anno successivo (data dell’ultimo atto che ha perfezionato l’aggregazione), ma - spiegano gli avvocati - il Tar che ha «bocciato» l’operazione si è espresso nel merito della vicenda in data successiva (il 15 febbraio 2021), e in seguito anche il Consiglio di Stato e la Corte di Cassazione. Inoltre «non si spiega quali indicazioni sarebbero state recepite in modo supino e in che cosa consista questo modo supino» da parte di Rossi.

In particolare, nella memoria si riportano diverse intercettazioni nelle quali il sindaco, non senza termini piuttosto «coloriti», si arrabbia con l’allora presidente di Aeb, Loredana Bracchitta, a partire dal tema dell’infungibilità dell’operazione che motiva l’assenza di una gara pubblica. Per i legali le corrispondenze acquisite dalla Guardia di Finanza nelle indagini dimostrano «la buona fede di Rossi», che «si è fidato, non “supinamente” dei professionisti di Aeb, di Bracchitta, dei legali, ma soprattutto del parere del professor Bernardo Mattarella». Un parere, quest’ultimo, che «è frutto di interlocuzione con i tecnici del Comune - Viscardi (ex dirigente, ndr.) e Ricciardi (segretario comunale, ndr.) - che hanno chiesto approfondimenti e spiegazioni per avere certezza del percorso tracciato».

Il tema della due diligence

Anche sulla mancata consegna della due diligence di A2A ad alcuni consiglieri, in primis Tiziano Mariani, Rossi chiede alla presidente «il rispetto del regolamento del Comune» e ribadisce il diritto dei consiglieri comunali di accesso agli atti. «Il Comune non è mai stato in possesso della due diligence e quando l’ha avuta l’ha subito messa a disposizione», tanto che «il Tar dopo l’ordinanza del 29 aprile 2021 dà ragione al Comune».

Il sindaco e la presidente

I legali aggiungono che «il rapporto fra Rossi e Bracchitta non era improntato all’adesione aprioristica e acritica a tutto quello che Aeb faceva. Rossi da un lato aveva fiducia nei confronti di Bracchitta, dall’altro era attento alle prerogative del Consiglio e dell’Amministrazione comunale che ribadiva anche alla presidente di Aeb». E «non sono certo fatti contestabili al sindaco Rossi» che le valutazioni degli assets «potessero essere “addomesticate”; che il parere del professor Mattarella potesse essere stato “aggiustato”; che l’infungibilità fosse stata “costruita”, sempre che sia così e non rappresenti solo la prospettiva accusatoria».

Il rispetto delle sentenze

La difesa di Rossi, inoltre, evidenzia che il Comune ha dato seguito al progetto Aeb - A2A «nel massimo rispetto e in applicazione della pronuncia del Consiglio di Stato», con riferimento alla decisione dell’agosto 2020 con cui erano state accolte le difese dell’Amministrazione e di Aeb e respinta l’istanza cautelare del Tar (giugno 2020), con la relativa sospensione dell’efficacia della delibera del Consiglio comunale (aprile 2020) che dava il via all’operazione.
«L’ordinanza del Consiglio di Stato ha rappresentato un fattore determinante per la Giunta comunale in quanto si ritenevano, in buona fede, a quel punto sussistere tutti gli elementi di fatto e diritto per considerare legittima e regolare l’operazione».
Anche «ulteriori pareri legali» nelle more del procedimento amministrativo hanno validato la correttezza del Comune, spiegano i difensori di Rossi.
Dopo la bocciatura del Consiglio di Stato nel 2021, con una decisione opposta a quella in sede cautelare, il Comune aveva chiesto un parere legale su come procedere, secondo il quale non si doveva prendere «alcuna iniziativa» per interrompere la partnership industriale «attesa l’insussistenza di alcun effetto di automatica caducazione dell’operazione» e in considerazione «del concreto rischio della proposizione di una domanda risarcitoria da parte di A2A».

Le questioni di diritto

Le argomentazioni dei legali si concludono rilevando che la contestazione dei pm «si pone completamente al di fuori del perimetro normativo del reato di turbata libertà del procedimento di scelta dei contraenti», perché - a loro giudizio - la sussistenza del delitto presuppone la pubblicazione di un bando o di un atto che abbia la stessa funzione, mentre impedire lo svolgimento di una gara pubblica è un’interpretazione esterna al perimetro testuale della norma.

«Nessuno mi ha detto che c’era un rischio Certo che più che fidarci di Mattarella…»

Nella memoria difensiva compaiono alcune intercettazioni della chat del sindaco Rossi con la presidente della holding Bracchitta e l’assessore alle Partecipate Borgonovo, a seguito dell’ordinanza del Tar del 26 giugno 2020 che, in soldoni, «bocciava» l’operazione.

3 luglio 2020
Rossi: «Cmq c… nessuno mi ha detto che l’infungibilità poteva essere soggettiva e non dimostrabile, sta cosa mi fa inc….. parecchio».
Bracchitta: «In che senso!? L’infungibilità è il progetto industriale».
Rossi: «Nel senso che l’infungibilità mi è sempre stata spiegata come una cosa pacifica, non “soggettiva e interpretabile”. Non mi pare stian dicendo questo».
Bracchitta: «Ma non è una funzione matematica».
Rossi: «Ma nessuno mi ha detto che c’era un rischio». «Certo che più che fidarci di Mattarella…».

18 maggio 2020
Rossi: «Non capisco il senso di non dare la due diligence. Mi spiegate il problema? A non inviarla e non dir nulla, politicamente sembra ci sia qualcosa che non va… Loredana spiegami perché mi sembra di crearci un problema molto evitabile».

29 maggio 2020
Bracchitta: «Comunque questi sono matti… praticamente dovremmo lavorare per evadere le loro folli richieste».
Rossi: «Non sono matti. O se lo sono, non per questo. E’ un loro diritto».

Bracchitta: «Non possiamo vacillare a ogni c…. che sparano».
Rossi: «Qui non sta vacillando nessuno, ma non puoi bollare come c…. ogni osservazione, è giusto prendere atto delle cose. Due affidamenti diretti da 39k in 5 giorni non sono sbagliati né illegittimi ci mancherebbe ma sono brutti (…) e se qualcuno li nota devi spiegare (…) se li si bolla come c…. passi dalla parte del torto».

24 marzo 2021
Bracchitta: «Noi abbiamo dato a Mariani in ottemperanza del giudice. Ma rimaniamo contrari».
Rossi: «Ma rimaniamo contrari perché? Io non sono mai stato contrario. A maggio 2020 dicevo di darla e non crearci problemi. Prendevo atto del diniego di A2A, ma è diverso dire che siam contrari noi».

«Il non caso» dell’odg e il confronto con Ponti

Gli avvocati di Rossi rispondono anche alla contestazione della Procura sull’intervento del sindaco presso il Comune di Bovisio Masciago - tramite il consigliere regionale del Partito Democratico, Gigi Ponti - per eliminare da un ordine del giorno del Consiglio comunale del 28 novembre 2019 qualsiasi riferimento all’adozione dell’evidenza pubblica nell’operazione Aeb - A2A.

All’epoca il Comune di Bovisio era governato dal Centrodestra, «circostanza che avrebbe reso qualsivoglia interlocuzione a dir poco ostica», spiegano i legali ed eliminare il riferimento alla gara pubblica dall’odine del giorno «non significava che fosse esclusa in radice la possibilità di ricorrere a ipotesi di gara pubblica, ma solamente che in quella fase tutti gli scenari erano ancora aperti». Inoltre la versione dell’odg indicata dalla Guardia di finanza nelle indagini «non è quella che recepisce i suggerimenti di Rossi, bensì quella condivisa dai capigruppo» nella seduta consiliare di Bovisio, come è riportato nel relativo verbale.

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