Costretta a dimettersi perché mamma, ora lotta per le altre
La scelta della consigliera Pd di Monza Francesca Dell'Aquila che ha chiesto una revisione del regolamento per le pari opportunità
Non ha avuto altra scelta, per senso di responsabilità verso la politica e la propria famiglia di lasciare l’Aula consigliare, ma ora si sta battendo perché in futuro ci siano anche a Monza maggiori pari opportunità per le donne in politica. La consigliera comunale di Monza del Pd Francesca Dell’Aquila si è dimessa giovedì ma - precisa - a malincuore - perché costretta, seppure da un lieto evento come la sua maternità.
La scelta di dell'Aquila
«Per noi donne è più difficile rispetto a un collega uomo che ovviamente non ha un legame fisico con il bambino come l’allattamento, peccato che non sia previsto da regolamento la possibilità di seguire da remoto i lavori dell’Aula durante il congedo parentale come si sta facendo in altre città», ha detto la consigliera del Pd che ha un bella bambina di tre mesi e mezzo.
Proprio per questa ragione Dell’Aquila aveva registrato un numero basso di presenze nel 2022 (anche perché costretta a riposo in gravidanza), da qui la decisione di lasciare, ma non senza che il suo caso possa essere d’esempio per cambiare le cose in futuro, a beneficio di altre donne.
La battaglia per le pari opportunità
«Ho sollecitato il mio gruppo a inserire nel regolamento una revisione per chiedere che i neogenitori possano seguire da remoto i lavori dell’Aula durante il periodo di congedo parentale, vorrei che il mio esempio potesse servire a dare in futuro un segnale concreto di conciliazione visto che si parla di inverno demografico e parità di genere». Anche perché oggi la tecnologia lo permette.
«Con un neonato da allattare è impossibile proseguire. Terminato il periodo di maternità obbligatoria prevista per legge, per correttezza ho preferito lasciare il posto», ha detto dell’Aquila che vedrà entrare in Aula al suo posto la prima dei non eletti del Pd Paola Bernasconi. «Ci sono altri Comuni che hanno già adottato un iter veloce per l'approvazione di una modifica del regolamento che permette di seguire i lavori da remoto. Torino e Vercelli, per esempio, hanno proceduto non attraverso la revisione complessiva del regolamento che è molto lunga, ma attraverso la discussione e adozione della singola disposizione che introduce questa possibilità».
Anche Italia Viva la sostiene
A Dell’Aquila ha espresso vicinanza anche Italia Viva che ha dimostrato di appoggiare questa battaglia di civiltà: «Il neo papà non ha questi problemi, perchè non allatta il proprio pargolo, perchè non riveste gli stessi compiti che spettano ad una mamma. Ci chiediamo quanto tempo ancora occorra affinchè la genitorialità non sia una esperienza che debba porre la donna al bivio fra impegno esterno e impegno materno; affinchè la società, in ogni ambito, preveda sistemi organizzativi che possano consentire alla donna di essere al tempo stesso madre e professionista. Nei regolamenti dei consigli comunali generalmete questa previsione non è contenuta, forse perchè tradizionalmente l'impegno politico ha visto in prima fila gli uomini, ma è tempo che si ponga rimedio se veramentre vogliamo raggiungere una piena parità di diritti e doveri. Spero che l'esperienza di Francesca sia monito e sprono per un cambiamento culturale», ha detto Melina Martello.