Agrate Brianza

«Costretti a pagare 300 euro per... l’ombra»

Lo sfogo degli agratesi Luciano Lanzotti e Daniela Masuccio, titolari di un negozio di parrucchiere a Brugherio

«Costretti a pagare 300 euro per... l’ombra»
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«Ci manca solo che ci facciano pagare l’aria che respiriamo». Una frase che rappresenta il tipico sfogo del contribuente medio imbufalito, quando è alle prese con rincari e balzelli di varia natura. In questo caso specifico l’ossigeno resta fortunatamente a costo zero, non altrettanto però vale per l’ombra.

«Costretti a pagare 300 euro per... l’ombra»

Sembra incredibile, ma è tutto vero. A dimostrarlo l’avviso di pagamento ricevuto mercoledì scorso via posta elettronica certificata da Luciano Lanzotti, di Agrate Brianza, titolare del negozio di acconciature Fashion Hair, a Brugherio. La San Marco, società che si occupa della riscossione coattiva dei tributi per conto del Comune di Brugherio, gli ha notificato attraverso una pec un avviso riferito all’anno fiscale 2023 pari a 285 euro, per le tre tende da sole della sua attività all’angolo con via Bellini. O meglio, per la proiezione dell’ombra sul suolo pubblico, considerata alla stregua di un tavolino di un bar, o di un dehor.

«Non ho parole - ha detto il parrucchiere agratese - Ho aperto il mio negozio dieci anni fa e non avevo mai ricevuto un bollettino del genere. Inoltre, se si trattasse di una novità introdotta dalla nuova Amministrazione, nessuno mi ha avvisato».
Nei 285 euro, infatti, ci sono 70 euro per tenda (12 metri quadrati per ognuna), più la sanzione. «Ho chiamato la società per chiedere spiegazioni e mi è stato detto che l’importo è stato calcolato in base a delle fotografie che sono state scattate, delle quali però ho chiesto che me ne vengano inviate delle copie - ha proseguito Lanzotti - Tra l’altro hanno anche sbagliato, perché solo due tende proiettano l’ombra sul suolo pubblico, la terza lo fa su un’area privata. Ho fatto notare che le apro solo con la bella stagione, ma mi è stato risposto che poco cambia se per gran parte dell’anno restano chiuse e inutilizzate».

Una tassa che fa discutere

Insomma, ci sarebbero anche le condizioni per impugnare l’avviso di pagamento.

La tassa sull’ombra (al netto del caso brugherese) non è esattamente una novità. Esiste da qualche anno e in passato era più volte finita alla ribalta delle cronache per la propria assurdità. Viene applicata a discrezione dei Municipi come tributo per l’occupazione del suolo pubblico. Nello specifico si parla dell’ombra causata da manufatti privati proiettata su strade, marciapiedi, gradini e vie di proprietà comunale. In sostanza, grazie a questo tributo, i Comuni possono applicare un prelievo fiscale per ogni metro quadrato di ombra generata da varie strutture: dalle tende da sole di negozi alle impalcature provvisorie di imprese edili, insegne pubblicitarie, cartelloni promozionali e altre tipologie di impianti.

Quello di Lanzotti, quindi, non sarebbe un caso isolato.

«Ho provato a chiedere ad altri colleghi parrucchieri se si trovassero nella mia stessa condizione, ma quelli che conosco non hanno le tende - ha osservato l’esercente - A questo punto ho detto a mia moglie che la prossima estate posizioneremo due poltrone esternamente, per tagliare i capelli ai nostri clienti oppure semplicemente per farli attendere, aspettando che possano entrare per l’appuntamento. Almeno potranno prendere il sole: pagare per pagare...».

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