Una bella storia

Da allieva della banda a maestro d’orchestra: «La musica è la mia vita»

Francesca Mancuso iniziò a suonare nel Corpo musicale Santi Ambrogio e Simpliciano all’età di 12 anni.

Da allieva della banda a maestro d’orchestra: «La musica è la mia vita»
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Da studiare a insegnare il passo a volte può essere breve. Ma non improvvisato. Specie quando a insegnare ci arrivi dopo anni di sacrifici e passione verso ciò che ami: la musica e il flauto traverso.

Da allieva della banda a maestro d’orchestra: «La musica è la mia vita»

La storia, decisamente volta all’ottimismo, dopo oltre un anno di paure e incertezze, è quella di Francesca Mancuso, 25enne residente a Carate che da poche settimane ha conseguito il Diploma accademico al Conservatorio di Como con 110 e lode discutendo un progetto sul compositore e musicista francese Philippe Gobert.

«Quarantacinque minuti di musica e una parte descrittiva di 30mila battute – spiega la giovane – Una prova che mi ha riempito di orgoglio ed è stata molto apprezzata dalla commissione d’esame che ha premiato il mio lavoro e i miei sacrifici non solo con il massimo dei voti, ma anche con la lode».
Un titolo di studio che di fatto ha proiettato Francesca a entrare a far parte delle orchestre di Saronno e Malgrate oltre a insegnare Musica (strumento, teoria e solfeggio) alle scuole di Arcore, Sovico e Lecco.
Una bella soddisfazione per chi, a 12 anni, aveva iniziato nella banda cittadina, il Corpo musicale dei Santi Ambrogio e Simpliciano.

«Sì, ho iniziato giovanissima con la Junior Band poi con la formazione Senior – racconta entusiasta la 25enne – Nonostante alle scuole superiori abbia poi frequentato il liceo economico al Don Gnocchi e abbia tentato la strada universitaria che portava al mondo della comunicazione, alla fine ho seguito la mia grande passione e ho iniziato il percorso di ammissione al Conservatorio di Como. Prima con un anno di prova, poi con l’Accademia vera e propria».

Un futuro tutto da disegnare

Se il presente è l’impegno nelle orchestre e seduta a una cattedra, il futuro è tutto da disegnare e Francesca vorrebbe si concretizzasse con quello che è un vero e proprio sogno nel cassetto.
«Mi piacerebbe tanto fondare e dirigere un’Accademia d’orchestra con giovani musicisti a Carate Brianza, la mia città. Certo, non è una cosa che si può realizzare in poco tempo e a breve, ma davvero ci voglio provare, sarebbe bellissimo. Del resto, mi sono abituata velocemente al cambio di “ruolo”: da studente che impara da altri a docente che insegna ad altri. Forse mi è venuto facile perché ho sempre cercato di immedesimarmi in chi mi stava di fronte e in fondo io stessa mi giudicavo sempre un po’ per cercare di migliorarmi».
In tutto questo, Francesca riesce comunque a coltivare le proprie passioni: «Sì, ho altri hobby nella vita privata, soprattutto la sera, unico momento della giornata dove riesco a ritagliarmi dello spazio per me».
Tutto però porta sempre alla musica:  «E’ un amore a 360 gradi perché in effetti nella mia vita non c’è solo la musica classica. Mi piace molto anche il rock degli anni ‘70 e ‘80, soprattutto il rock indipendente, perché oltre all’arte e alla creatività, traspare sempre una certa sensazione di ricerca della libertà...».

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