Comunità solidale

Da area della mafia a centri per l'autismo

Questa mattina in città per la presentazione di due progetti che guardano ai giovani con il disturbo dello spettro autistico anche il ministro Alessandra Locatelli. il sindaco Capitanio: "Concorezzo dimostra così il suo impegno nel costruire una comunità più giusta e solidale"

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Un lunedì all’insegna del riscatto civile e dell’inclusione sociale, dal buio della mafia alla luce dell’integrazione con la presentazione di ben due progetti che guardano ai giovani con il disturbo dello spettro autistico e aiutano a realizzare una comunità più giusta e solidale.

Da area della mafia a centri per l'autismo

Un’occasione importante, che cade a pochi giorni dalla celebrazione della Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo (che verrà ricordata mercoledì, in tutto il mondo) e  che ha visto anche l’arrivo, a Concorezzo, del ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli e dell’assessore regionale Elena Lucchini. A fare gli onori di casa c’era il sindaco Mauro Capitanio, i vertici dell’Azienda sanitaria, di Assolombarda, della Fondazione Comunità Monza Brianza, Fondazione Medici Milano e Offerta sociale. Con loro c’erano anche il presidente della Provincia MB Luca Santambrogio e il  dirigente dell’Agenzia Nazionale Beni Confiscati alla Criminalità organizzata Simona Enrica Ronchi, oltre al presidente dell’Associazione Cascina San Vincenzo Efrem Fumagalli.

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I progetti

Due dicevamo, i programmi portati avanti in questi mesi da Cascina San Vincenzo. Il primo riguarda un progetto di rigenerazione urbana che trasformerà un’area confiscata alla criminalità organizzata (si trova in via Primo Maggio)  in un centro polifunzionale dedicato a bambini, ragazzi e giovani adulti nello spettro autistico e alle loro famiglie.  Questa mattina mattina il sindaco Capitanio ha consegnato ufficialmente l’area all’Associazione Cascina San Vincenzo, che la utilizzerà per offrire servizi psico-educativi e di cura. Stiamo parlando di un progetto impegnativo da 5 milioni di euro che procederà per step in base alla disponibilità dei fondi. Ma sulla carta c’è già tutto, infatti l’ex area industriale diventerà un luogo di servizi integrati  che accoglierà un centro socio educativo, un’area convegni, e, forse, anche uno studentato, iniziativa quanto mai utile vista la vicinanza con l’università di Medicina a Monza. Un progetto del quale la Brianza ha davvero bisogno se pensiamo che Cascina San Vincenzo ha già una lista di attesa di oltre 230 famiglie che chiedono di essere seguite ed accompagnate nella ricerca di percorsi personalizzati per i loro ragazzi.
«In via Primo maggio Potrebbe trovare posto anche un ristorante dove i giovani possano trovare un posto di lavoro e di conseguenza perseguire un progetto di autonomia» ha aggiunto Fumagalli.
Una giornata che è stata arricchita anche dal taglio del nastro di un altro ambizioso progetto. Si scrive «Una casa per noi», si legge un sogno che è diventato realtà: riadattare un appartamento in via Libertà 9 (anch’esso sequestrato alla mafia) e che è stato destinato alla residenzialità di giovani adulti nello spettro autistico che già vivono nell’appartamento. Anche questo spazio è stato affidato a Cascina San Vincenzo grazie alla collaborazione di Offerta Sociale (Progetto Pnrr), Fondazione Peppino Vismara, BCC Milano (Progetto VIS) e Fondazione Cariplo.
«Entrambi i progetti rappresentano un messaggio di speranza e un esempio concreto di rigenerazione sociale, che punta a trasformare beni confiscati in luoghi di inclusione e supporto per le famiglie. Concorezzo dimostra così il suo impegno nel costruire una comunità più giusta e solidale» ha sottolineato il sindaco Mauro Capitanio.
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