Da Camparada all'Irlanda... di corsa: Andrea Gandini sale sul podio della Maratona di Galway
Il corridore brianzolo si racconta: dagli inizi "tragicomici" alla doppia vittoria nella Monza-Resegone che lo proiettano nella leggenda della maratona
Ha cominciato a correre quasi per caso. Anzi "all’inizio neanche mi piaceva". Eppure da quando si è allacciato le scarpe la prima volta non si è più voltato indietro. Una carriera podistica veramente particolare quella di Andrea Gandini, 36 anni, nato e cresciuto a Camparada, che lo scorso fine settimana è salito sul podio della Maratona di Galway, una delle classiche più interessanti d’Irlanda.
Da Camparada all'Irlanda... di corsa: Andrea Gandini sale sul podio della Maratona di Galway
Il secondo posto conquistato nella lunga distanza è arrivato in concomitanza con il proprio miglior tempo di sempre. E mentre a Chicago il campione kenyota Kelvin Kiptum distruggeva il record del mondo sui 42 kilometri (2 ore e 35 secondi), Andrea fermava il suo cronometro a 2 ore 33 minuti e 35 secondi. Non male per uno a cui della corsa interessava poco o nulla fino a nemmeno troppi anni fa.
"Ho cominciato a giocare a basket e poi a rugby, che sono sempre state le mie attività sportive preferite - racconta Andrea di ritorno dopo le fatiche in terra irlandese - Poi però, nel 2015, ho iniziato a lavorare di domenica e quindi ho dovuto cercare altro che mi tenesse in allenamento. Ho pensato di iniziare a correre, anche se all’inizio l’idea non mi entusiasmava molto. L’avevo sempre associata alle preparazioni atletiche di quando praticavo sport di squadra, quindi era una cosa davanti alla quale storcevo un po’ il naso, mi pesava quasi. E invece pian piano mi si è aperto un mondo".
Gli esordi e la carriera
Letteralmente. I primi risultati si rivelano "tragicomici", ironizza Andrea, che però non si dà per vinto e prosegue sulla sua strada. La prima vera esperienza è la mezza maratona, a Monza, nel 2016. Ma non si accontenta e nel 2017 comincia a fare sul serio prendendo parte alle distanze complete. L’esordio avviene a Firenze.
"Considerando che ero “autodidatta” e quindi senza allenatore o preparatore non andò male, anche se ovviamente ero lontanissimo dai tempi di oggi - prosegue il diretto interessato - Però mi servì come battesimo del fuoco. E da allora praticamente non mi sono più fermato".
Il 36enne gira l’Italia e il mondo. Partecipa alle maratone di Lisbona, Valencia e persino alla mitologica di New York, la "gara per eccellenza, la più iconica al mondo".
La soddisfazione irlandese
E domenica scorsa, a Galway, ecco il podio condito dal record personale.
"Una bellissima soddisfazione - commenta lui - Eravamo circa 500: sono partito molto forte, più di quanto pensassi, anche perché sono rimasto sempre incollato al primo. Che solo dopo ho scoperto essere il campione irlandese delle ultramaratone, quindi vuol dire che stavo andando a un ritmo molto sostenuto. Nella seconda metà sono un po’ calato, ma sono riuscito a gestirmi bene. E alla fine ho centrato un doppio obiettivo che mai avrei pensato di raggiungere in una volta sola".
Leggenda della Monza-Resegone
Eppure per Andrea le corse migliori restano quelle "di casa". Come la Monza-Resegone, che il camparadese ha conquistato per due anni di fila (2022 e 2023): risultati che lo proiettano di diritto tra le leggende della competizione.
"Le gare in fondo sono i risultati dei tantissimi allenamenti e tanti sacrifici - spiega Andrea - E per questi non posso che ringraziare la mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto, la mia squadra, la Monza Marathon Team, e (ride) i professori di educazione fisica che, da ragazzo, mi hanno preparato a questo sport".
Infine un punto sui prossimi appuntamenti e obiettivi:
"A livello di tempo sento di poter limare ancora qualcosa dal mio record, posso dare ancora molto sulla distanza della maratona. Per quanto riguarda le gare future non ho ancora deciso. Sicuramente parteciperò alla prossima mezza maratona di Monza, dove tutto è cominciato, e alla Monza-Resegone, dove cercherò uno storico tris. Poi magari a Milano o a Berlino. Vedremo dove mi porterà il cuore".
E le gambe. Che di strada ne hanno fatta già tanta.