La storia

Da Carate alle baraccopoli del Kenya: l’ortopedico racconta la sua missione

Una vita dalla parte dei più poveri: il medico resterà per due mesi a lavorare nel nosocomio alla periferia di Nairobi

Da Carate alle baraccopoli del Kenya: l’ortopedico racconta la sua missione
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Il dottor Antonio Melotto si prepara a una nuova missione in Kenya: il 7 ottobre ripartirà per Nairobi, presso il Neema Hospital, per operare e coordinare il progetto World friends. E intanto racconta la sua missione di vita nel libro «Malati di povertà» scritto con Marco Leoncino.

Da Carate alle baraccopoli del Kenya: l’ortopedico racconta la sua missione

Classe 1953, inverighese d’origine, medico dirigente di Ortopedia all’ospedale di Carate Brianza, Melotto si occupa soprattutto di malformazioni infantili e bambini con problemi agli arti.

«In particolare, ho scoperto la presenza di una patologia nei bambini, in Kenya, dovuta spesso da mancata assistenza al parto nelle baracche, senza assistenza medica né di ostetrici - spiega Melotto - Spesso, il parto difficoltoso comporta problemi al cervello del bambino che gli portano difficoltà anche nella vita quotidiana. Lo scopo della mia chirurgia è di evitare una disabilità che confina i bambini nelle baracche, fuori da contatti sociali, ma anche le morti per infezioni, broncopolmoniti e diarrea, che ne sono principali cause».

A causa anche delle temperature della città.

«Nairobi, di notte, è fredda - spiega - Non c’è acqua corrente: l’acqua è uno strumento di vita, ma lì può diventare uno strumento di morte».

Una missione iniziata nel 1994

La missionedel dottor Melotto è cominciata nel 1994.

«Inizialmente andavo nell’Africa rurale: vicino al lago Vittoria - afferma - Dal 1998 ho cominciato a recarmi a Nairobi e lavorare in un ospedale più grande. Con la Onlus “World friends” abbiamo avuto sovvenzioni per fondare il Neema Hospital, nel 2008: un piccolo ospedale con maternità e reparto infantile. Abbiamo una sala operatoria, l’assistenza dei bambini è gratuita e finanziata da noi e dalle realtà umanitarie come Amref»

Oggi, il professionista si reca in Kenya due volte l’anno.

«Sono stato a Nairobi da aprile a giugno - prosegue - Il personale dell’ospedale è locale: il direttore sanitario è keniano, ha studiato a Perugia, è poi tornato al suo Paese a lavorare: in un certo senso abbiamo tamponato anche la fuga di cervelli! A coordinare il progetto c’ è il direttore generale Gianfranco Murino: tra i nostri progetti c’è anche il sostegno di scuole informali nelle baraccopoli per formare i bambini e dare istruzione, per riscattarli dal destino di emarginazione cui spesso sono destinati».

Melotto si fermerà in Kenya fino al 9 dicembre.

«Sono in continuo contatto con i fisioterapisti - spiega - mi mandano foto, ho due neonati in trattamento con i piedi torti, per modellare il piede. Al mio arrivo ultimerò l’intervento. Mi recherò in Kenya da solo: probabilmente mi raggiungerà il dottor Lino Gifuni, medico ortopedico, con cui ho lavorato molti anni».

«Malati di povertà» racconta i progetti del professionista

«Parlo delle mie esperienze, ma anche con mie riflessioni su quello che ho visto - così Melotto - Tra i nostri progetti, tanti sono anche sociali: spettacoli di acrobati nelle baraccopoli, per occupare il tempo ai ragazzi da 8 a 25 anni, sottraendoli a delinquenza e microcriminalità: lì è molto facile entrarvi. Nostro intento è dare loro la formazione, l’istruzione, evitare loro la strada».

Il libro sarà presentato sabato 9 settembre in biblioteca comunale a Inverigo alle 18.30: «Sono contento di poter raccontare il mio libro ai miei concittadini - afferma - Altre serate saranno alla Ubik di Como; il 22 settembre a Lambrugo in biblioteca, il 29 a Verano Brianza in biblioteca e il 30 alla Liberamente di Milano».

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