Desio

Da Mariupol, la sua città, solo notizie di distruzione. Alina ha fondato un’associazione e raccoglie aiuti

Tra i volontari di «Be for Ukraine be for peace» anche una giovane russa. «Siamo molto preoccupati e speriamo che la guerra finisca presto».

Da Mariupol, la sua città, solo notizie di distruzione. Alina ha fondato un’associazione e raccoglie aiuti
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Da Mariupol riceve ogni giorno immagini e notizie di distruzione, mentre cresce la preoccupazione perché non riesce a mettersi in contatto con i parenti. Di fronte al conflitto e alla devastazione non se l’è sentita però di restare con le mani in mano. Alina Stepanova, 24enne desiana di origine ucraina, si è mossa fin da subito per aiutare il suo Paese.

Alina ha fondato un’associazione e raccoglie aiuti

Dopo i primi momenti di disperazione e di angoscia ha fondato l’associazione «Be for Ukraine be for peace», per far arrivare beni di prima necessità nel suo Paese. E’ laureata in Scienze linguistiche per le relazioni internazionali e parla sette lingue; in Italia ha frequentato medie, superiori e università. Fanno parte dell’associazione insieme a lei, amici di tutte le nazionalità, italiani, romeni e anche una ragazza di origine russa, che si è resa disponibile proprio in segno di vicinanza alla popolazione ucraina.
«Sono ritornata a Mariupol, proprio un anno fa per visitare i miei parenti e ho potuto vedere la città ricostruita dopo le tensioni del 2014 - racconta - E’ assurdo pensare che adesso sia stata di nuovo bombardata e distrutta». Il suo ultimo viaggio in Ucraina risale a qualche settimana prima del conflitto. «Sono riuscita a prendere uno degli ultimi voli, prima che li cancellassero, ma la situazione a Kiev sembrava molto tranquilla: nulla faceva pensare a una guerra imminente. Dopo il 2014 ci sono delle tensioni ma mai fino a questo livello di pericolosità. Noi speriamo che finisca il prima possibile. Al momento siamo molto preoccupati perché non riusciamo a contattare i nostri parenti che stanno combattendo a Mariupol, una delle città dove la tensione è altissima».

Raccolta di cibo e beni di prima necessità

Una volta iniziato il conflitto si è mossa fin da subito: «I primi giorni eravamo disperati, la situazione era molto pesante, così abbiamo iniziato ad attivarci per fare qualcosa. Tramite il passaparola abbiamo raccolto beni di prima necessità, che i miei genitori caricavano su pulmini e furgoni per inviarli prima in Polonia, sul confine, e in un secondo momento in Ucraina. Abbiamo un contatto a Novodnistrovsk, un militare amico di mio zio che è rimasto ferito nell’aggressione del 2014 e non può combattere, per cui al momento si occupa di volontariato. Gli aiuti sono stati distribuiti ai profughi che sono arrivati da Mariupol ma anche smistati nelle città di Chernobyl, Mykolayiv, Zaporizhzhia, Cernihiv. Abbiamo inviato circa un carico a settimana da quando è iniziato il conflitto».
Da quando sono arrivate le prime persone a Desio, Alina è resa disponibile come interprete. «Noi ucraini di abbiamo un gruppo Telegram e aiutiamo in particolare con le traduzioni e i documenti. Abbiamo dato una mano a due donne e due bambine arrivate nella nostra città, molto spaesate».

Ora l'associazione che vuole raccogliere fondi

Adesso l’associazione si sta muovendo creando eventi di raccolta fondi: «Sabato insieme alla Croce Bianca abbiamo fatto una raccolta di beni in un supermercato di Bovisio. Stiamo organizzando il prossimo a Milano dal titolo Art for Ukraine: una vendita di oggetti realizzati da orafi o aspiranti orafi. Chi è esperto in questo settore ci può contattare. Speriamo a fin maggio di allestire a Desio un altro evento dedicato all’arte con i professori del liceo Nanni Valentini di Monza».

(nella foto di copertina Alina Stepanova e Oksana dell’associazione «Be for Ukraina be for peace» caricano il pulmino con i beni di prima necessità)

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