Emergenza Ucraina

Da Monza partono camion carichi di aiuti e speranza

La mobilitazione di Anna Mykhaylenco che raccoglie cibo e medicine per i connazionali

Da Monza partono camion carichi di aiuti e speranza
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La mente è a Monza, concentrata a smistare pacchi e a organizzare i camion. Il cuore, però, è là, oltre quel confine che segna i ricordi della sua infanzia.

Da Monza partono camion con aiuti

Il via vai in via Debussy 14 è incessante. Chi porta generi alimentari, chi coperte, chi vestiti e chi ancora medicinali e materiale sanitario (come bende, garze, siringhe) che, ad oggi, è ciò che più serve. A supervisionare e a organizzare le attività è Anna Mykhaylenco, 36enne ucraina che lavora nell’ambito delle campagne vendita delle grandi maison di moda e che da anni vive a Monza insieme al figlio David di 8 anni.

"Voglio aiutare il mio paese"

Da settimane ormai - cioè da quando la Russia ha invaso l’Ucraina dando il via alla guerra - il suo pensiero è incessantemente rivolto ai connazionali. In molti, spiega, "non vogliono lasciare le loro case. Vogliono rimanere a difendere il Paese e io, da Monza, faccio del mio meglio per dare il mio sostegno".

Attiva e intraprendente, si è organizzata con amiche (ucraine, moldave, ma anche russe e bielorusse) e con la scuola del figlio (il collegio Villoresi) per raccogliere ogni genere di bene da inviare a chi sta soffrendo e combattendo. Accanto a lei, il piccolo David dà il suo contributo scrivendo sugli scatoloni messaggi di vicinanza in ucraino e in inglese nella speranza di portare un po’ di conforto a chi li riceverà.

Il "quartier generale" di via Debussy

"Quartier generale", il grande spazio condominiale dello stabile di via Debussy dove gli scatoloni si vanno accumulando e da dove partono i pulmini che fanno poi convogliare il materiale raccolto in tutto il territorio in un unico punto da dove poi partono i tir diretti ai confini, vuoi in Polonia, vuoi in Moldavia. Una volta arrivati ai confini, i volontari ucraini si occupano quindi di portare i viveri all’interno del paese.

L'impegno dei volontari

"Il contenuto del primo camion è riuscito ad arrivare all’ospedale pediatrico di Kiev che è uno dei più grandi dell’intera Ucraina - ha spiegato orgogliosa Mykhaylenco - Siamo tutti volontari e non è certo semplice organizzare i trasporti, anche per via dei crescenti costi del carburante che sta rendendo i viaggi sempre meno sostenibili. Noi siamo in contatto con vari ospedali e con associazioni ucraine che, dal confine, portano poi i beni dove ve ne è maggiore necessità".

Il suo ultimo viaggio in Ucraina

Il suo impegno, ha assicurato, "proseguirà finché andrà avanti il conflitto". Conflitto che, come ha spiegato, "è giunto per molti versi inaspettato. Sono stata in Ucraina a fine 2021 con mio figlio. Siamo stati a Kiev, a Lutsk, la mia città di origine, e a Leopoli. Ho rivisto amici e parenti e niente lasciava presagire l’invasione". Da tempo la Russia aveva schierato i carri armati lungo il confine, «ma, so che è triste a dirsi, tutti si erano abituati alla loro presenza». Solo poi, qualche campanello d’allarme è effettivamente suonato. "Quando le donne sotto i 60 anni e senza figli a carico sono state chiamate ad arruolarsi ho iniziato a temere che qualcosa stesse per accadere. Ma mai avrei pensato a una guerra".

Servono medicinali

La notizia dell’invasione "mi ha sconvolto. Non sono riuscita a dormire per giorni. Mi sono chiesta come avrei potuto aiutare i miei connazionali sotto assedio da Monza. Quando ho capito cosa serviva, mi sono subito mobilitata insieme ad altre amiche per cercare di raccogliere quanti più viveri e medicinali possibile".

Ecco come aiutare Anna

In Ucraina, e in particolare a Kiev, Anna Mykhaylenco - che è in Italia da oltre 20 anni, arrivata per raggiungere la madre ballerina che si era trasferita nel varesotto - ha amici e parenti. "Molti non vogliono abbandonare le proprie case. Vogliono rimanere nella capitale anche se assediata per difenderla. Uno dei miei zii, che ha 62 anni, si è arruolato. Nessuno intende cedere. Non sono mai stata così orgogliosa di essere ucraina". Per aiutare Anna si può contattare il numero 349.4704076.

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