Seveso

Dagli orrori della guerra al campetto di calcio

Anna, 9 anni, fuggita dall’Ucraina, ha ricominciato a giocare a pallone nella BaSe 96 di Seveso.

Dagli orrori della guerra al campetto di calcio
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Un calcio che unisce e fa ritrovare il sorriso, oltre la guerra e le differenze culturali: è quello che sta vivendo la piccola Anna Radomska, fuggita dall’Ucraina insieme alla mamma e alla sorella e arrivata a metà marzo a Seveso, dove è ospite di una zia.

Dagli orrori della guerra al campetto di calcio

Nove anni e tanta voglia di giocare a pallone per divertirsi e non pensare al papà rimasto al fronte. Voglia accolta con gioia dalla BaSe 96, che dopo solo una settimana dal suo arrivo in Italia l’ha vista varcare la soglia del proprio centro sportivo. A portarcela il cuginetto, che è riuscito a coinvolgere Anna nell’attività sportiva della società di Seveso, ora parte della sua famiglia.

«Non appena ci hanno chiesto di fare allenare la bambina sui nostri campi la risposta è stata immediatamente affermativa – ha dichiarato il direttore sportivo del settore giovanile, Luigi Zambelli – Anna giocava già a calcio in Ucraina, e ora con noi riuscirà un po' a svagarsi, mettendo da parte le preoccupazioni».

La società guidata dal presidente Andrea Basilico, infatti, si è messa immediatamente a disposizione, fornendo alla bimba non solo il kit sportivo della BaSe, ma anche «quello ufficiale del Monza, essendo noi Centro tecnico elite – ha continuato Zambelli – L’abbiamo letteralmente vestita, e lei è stata felicissima perché si è sentita ben voluta».

In queste settimane Anna, nata nel 2013, sta continuando a frequentare il centro sportivo senza mai perdere un allenamento: «Fino alla categoria degli Esordienti maschi e femmine giocano insieme, quindi la stiamo coinvolgendo in tutte le attività possibili». E così neppure la barriera linguistica è riuscita a separare la piccola ucraina dalla sua passione. Merito soprattutto del cuginetto, che le fa da interprete nel gruppo dei 2014, ma merito anche di tutti gli altri bambini che l’hanno accolta e resa subito partecipe delle dinamiche di gruppo. «Le abbiamo fatto fare la consueta visita medica, e ora ci stiamo adoperando per tesserarla – ha aggiunto il direttore sportivo – Ovviamente la speranza della mamma e di Anna è quella di poter tornare in Ucraina quando tutto sarà finito, per ricongiungersi con il resto della famiglia». Ma fino a quel momento, ha assicurato la società, la bambina dai lunghi capelli e il sorriso contagioso continuerà ad essere una piccola «bandiera» della BaSe: «Vederla al centro sportivo è veramente una gioia, le vogliamo tutti bene». E Anna ricambia, come ricordato da Zambelli: «Dopo il primo allenamento è venuta a salutarmi e, al posto di dirmi "ciao Dire", mi ha abbracciato e ha detto "ciao D”. Nonostante io abbia la fama di essere un uomo tosto, confesso che mi sono commosso».

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