Dal Consiglio comunale a Leopoli per curare i bambini
La testimonianza del medico e consigliere che ha commosso i colleghi.
Un racconto forte, intenso, che ha commosso i colleghi in Consiglio comunale e non solo. E’ tornato giusto in tempo per partecipare alla seduta della scorsa settimana e coordinare nuovi invii di medicinali. Da ieri, lunedì 18 aprile, Roberto Brambilla, medico e consigliere comunale a Vimercate, è di nuovo in prima linea, nell’ospedale di Leopoli.
Ha portato in Italia decine di bimbi malati
Un legame forte quello del dottore vimercatese con l’Ucraina. Da anni infatti Brambilla opera come volontario per la onlus "Soleterre", che dal 2003 è presente nel paese ora in guerra. Allo scoppiare del conflitto l’associazione ha fatto scattare la macchina degli aiuti e Brambilla si è messo in prima linea. Anche e soprattutto a lui si deve infatti l’arrivo in Italia, nelle scorse settimane, di decine di bimbi malati oncologici più gravi ricoverati, negli ospedali di Kiev e Leopoli, accolti nei nosocomi della Lombardia e non solo. E a lui si deve anche una campagna di raccolta di medicinali: ben 8 tonnellate di farmaci, molti dei quali salvavita, destinati propri ai bimbi ricoverati.
A Leopoli in prima linea
Avviata la macchina della solidarietà a Vimercate, il dottor Brambilla non è però rimasto nemmeno un minuto con le mani in mano; non appena è stato possibile (il medico è responsabile del Centro di Vulnologia degli istituti clinici Zucchi di Monza) è salito sul primo aereo verso la Polonia e poi in auto ha raggiunto l’ospedale di Leopoli, lavorando al fianco dei medici locali e in particolare di Roman Kyzima, giovane responsabile dell’Oncologia pediatrica.
Il racconto che ha commosso i colleghi in Consiglio comunale
La scorsa settimana il rientro a casa per alcuni giorni e il racconto in Consiglio comunale, che ha commosso i colleghi.
"In guerra non si muore solo per le bombe ma anche per la mancanza di cure e medicinali - ha detto dopo aver ripercorso brevemente il suo operato all’interno di “Soleterre” - E così, quando è scoppiata la guerra ci siamo attivati non solo per portare in Italia i bimbi più gravi ma anche per raccogliere i farmaci da inviare negli ospedali dove operano medici che conosco bene. Un grande aiuto lo abbiamo avuto dall’Amministrazione comunale, a anche e soprattutto dalla gente che in poche settimane ci ha consentito di raccogliere ben 8 tonnellate di farmaci, a costo zero, con la certezza che venissero recapitati a Leopoli e a Kiev. Fino a questa mattina (martedì scorso, ndr) ero all’ospedale pediatrico di Leopoli. Ci tornerò lunedì (ieri, ndr). Lì le bombe non sono cadute, a differenza di Kiev, ma arrivano migliaia di persone, disperati, con ferite anche gravi, con più nulla se non un sacchetto con qualche vestito. Una situazione che anche adesso, mentre ne parlo, mi emoziona".
Un ampio servizio sul Giornale di Vimercate in edicola.