Dal tumore alla maratona di New York
«Vogliamo mostrare come anche chi ha avuto una patologia difficile può riprendersi e correre una maratona»
«Mi è arrivata questa bella opportunità e io sono una persona che in genere si lancia in queste avventure», così la desiana Giulia Calori, 35 anni, racconta il momento in cui le è stato proposto di correre la maratona di New York del 3 novembre in un progetto organizzato dalla prestigiosa rivista di atletica «Runner’s World» in collaborazione con la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori e la Fondazione Magica Cleme, all’interno di una campagna di sensibilizzazione per mostrare come chi ha avuto determinate patologie può comunque tornare ad avere una vita pienamente attiva e perfino correre una maratona e una importante come quella di New York.
Dal tumore alla maratona di New York
«Nel settembre del 2020 mi hanno diagnosticato un tumore al seno – racconta Giulia – A novembre mi hanno operata, poi ho iniziato la radioterapia e la terapia ormonale. Nel 2022, invece, ho trovato quasi per caso il gruppo Pink Ambassador, legato alla Fondazione Veronesi, donne che hanno avuto un cancro e corrono per ritrovare il proprio benessere». Questo progetto punta poi anche a far sentire chi è uscito da una malattia difficile di nuovo parte di un gruppo, promuove raccolte fondi per la ricerca e, infine, dà alle donne anche un obiettivo: correre una mezza maratona.
«Io ho corso la mia a Ravenna nel 2022, dopo essere entrata nel gruppo di Milano. Le terapie lasciano spesso effetti collaterali a livello fisico e correre è un modo per riprendersi, ma anche uno scopo», spiega ancora lei.
A fine luglio è invece arrivata questa opportunità di correre addirittura la maratona di New York. «Io non ho mai nemmeno corso una maratona – ricorda Giulia – Sarà la prima volta che farò i 42 chilometri».
Decisamente un ottimo inizio correre quella che è considerata la maratona più importante, partecipata e affascinante del mondo.
«Non dovevo nemmeno partecipare – continua – Una ragazza però ha avuto un imprevisto e i miei allenatori mi hanno chiesto se potevano dare il mio nome, così mi sono lanciata. Andremo in cinque a New York: io, una ragazza di Milano, poi il direttore dell’edizione italiana di Runner’s World, Rosario Palazzolo, Juliana Moreira ed Edoardo Stoppa», che si uniranno alla già nutrita presenza italiana nella maratona newyorchese e porteranno anche avanti un bel messaggio per chiunque, specialmente le donne, ha avuto una patologia difficile da affrontare.
In questo caso correre quei 42 chilometri non sarà solo correre per vincere o raggiungere un determinato tempo, ma qualcosa più importante. «Io ho iniziato ad allenarmi non appena mi è arrivata la conferma ad agosto, grazie a un allenatore di Roma che mi manda i programmi. Cercheremo di stare dentro le 4 ore e mezza per farla tutti insieme e penso sarà un’esperienza davvero emozionante perché andiamo lì con una finalità diversa dal correre e basta. Poi, da quanto mi hanno raccontato, a New York c’è un’atmosfera bellissima. Noi saremo lì per mostrare come chi ha avuto una malattia dura (il tumore nel nostro caso) può comunque riprendersi e correre una maratona», conclude Giulia Calori. Volo, dunque, fissato per il primo di novembre, con la partenza della corsa il 3 e un pezzo di Desio nella Grande Mela.26