Dalla malattia al pellegrinaggio a Santiago: «Una sfida per guardare avanti con fiducia»
Giovanni Palazzo, 62 anni, si era dimesso lo scorso novembre dal Consiglio comunale per motivi di salute

La pietra, che tradizionalmente i pellegrini infilano nello zaino e lasciano ai piedi della Cruz de Hierro come gesto simbolico per mettersi alle spalle pesi e fardelli, l’ha voluta riportare a casa: «Il mio peso è la malattia contro la quale sto combattendo ed è parte della mia vita, ma voglio affrontarla ancora con consapevolezza, coraggio e con la speranza come ho fatto prima di mettermi in cammino».
Dalla malattia al pellegrinaggio a Santiago: «Una sfida per guardare avanti con fiducia»
Giovanni Palazzo, 62 anni, è rientrato da pochi giorni dal pellegrinaggio a Santiago de Compostela, lungo l’itinerario francese che da Saint-Jean-Pied-de-Port in Francia, dopo quasi 800 chilometri macinati a piedi, lo ha portato alla celebre Praza do Obradoiro, di fronte alla maestosa Cattedrale di Santiago dedicata a San Giacomo. Con lui tre amici - Rosario Dissimile, Salvatore Arena e Paolo Dardengo - con i quali ha condiviso le fatiche delle tappe quotidiane iniziate dal versante francese dei Pirenei dopo aver attraversato le regioni Navarra, La Rioja, Castiglia e León e Galizia, e le città di Pamplona, Logroño, Burgos e León.
«E’ stata un’esperienza straordinaria, una sfida per guardare avanti ancora con fiducia dopo che gli ultimi controlli a cui mi sono sottoposto hanno dato al momento esito positivo», ha spiegato Palazzo.
Storico infermiere dell’ospedale, punto di riferimento della sala operatoria e del «118» e già responsabile del centro vaccinale al «Polaris Studios» durante l’emergenza Covid, il sessantaduenne caratese, originario di Castelluccio dei Sauri, aveva rivelato pubblicamente lo scorso mese di novembre di essere ammalato. Un annuncio, che aveva fatto seguito poi alle dimissioni dal Consiglio comunale, dove era stato eletto nel maggio del 2023 nelle file della lista civica di centrodestra «Luca Veggian Sindaco».
«Una scelta per me dolorosa, ma obbligata per potermi sottopormi alle chemioterapie e per curarmi... - ha raccontato Palazzo di rientro dal pellegrinaggio - Sono un laico, ma insieme a tre carissimi amici ho voluto condividere questa esperienza di cammino e fatica, quasi come un riassunto di quella che è stata fino ad oggi la mia vita. Una vita piena, fatta di tantissime soddisfazioni, personali e professionali che mi hanno arricchito, ma che è stata anche segnata da momenti dolorosi, dalla perdita di persone care alla mia malattia che si è risvegliata nuovamente e che mi ha costretto a fermarmi e a ricominciare... Dentro il cammino verso Santiago - ha aggiunto ancora l’ex consigliere comunale - ho ritrovato quelle stesse emozioni grandi e la consapevolezza di avere a fianco tante persone che mi vogliono bene. Sono un laico, con uno spirito francescano di cui ammiro i valori: la semplicità, il rispetto e l’obbedienza... Ho sempre pensato che la fede sia un dono, che personalmente non ho però avuto la fortuna di avere, ma il mio credo è stato il rispetto dell’altro che, anche per ragioni professionali, è diventato attenzione ai bisogni, disponibilità verso chi soffre e vive momenti di dolore».
L'attenzione per i pellegrini
Quelle stesse attenzioni che, anche durante il lungo cammino verso Santiago, Palazzo ha avuto modo di prestare a tanti pellegrini che ha incontrato al termine delle tappe quotidiane negli ostelli.
«Quando si è diffusa la voce che ero un infermiere mi sono ritrovato la sera a medicare decine di vesciche e piaghe ai piedi, a dispensare consigli su come curare altri acciacchi durante il cammino... E’ stata un’esperienza che mi ha davvero arricchito e della quale ringrazio infinitamente i miei tre straordinari compagni di avventura...», ha aggiunto ancora.
Per Giovanni Palazzo quella appena trascorsa è stata l’ultima settimana di lavoro, prima della meritata pensione che raggiungerà ufficialmente il 31 luglio dopo un periodo di ferie e permessi «accumulati» e ancora da smaltire: «Inizia una seconda vita per me: l’ospedale è stata la mia seconda famiglia. Ho dedicato tempo e passione e ne sono uscito davvero enormemente ricompensato dal punto di vista umano, grazie a professionisti e colleghi unici con i quali ho avuto modo di confrontarmi e lavorare in tutti questi anni dopo la prima breve esperienza a Milano.
Il futuro? «Pieno di speranze - conclude l’ex consigliere - E’ il messaggio che vorrei lanciare a tutti quelli che, come me, stanno combattendo e combattono ogni giorno la difficile battaglia con la malattia...».