Diagnosi e trattamento del tumore alla prostata, al San Gerardo una nuova tecnologia non invasiva
Si tratta di uno strumento ad alta precisione, che consente di effettuare il trattamento in poche sedute (1-5), in regime ambulatoriale e senza alcuna invasività.
Una nuova tecnologia, avanzata e non invasiva, per il trattamento del tumore alla prostata. E' quella disponibile presso l’Unità operativa di Radioterapia diretta dal prof. Stefano Arcangeli, Direttore della Scuola di specializzazione in Radioterapia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Tumore alla prostata, al San Gerardo una nuova tecnologia non invasiva
L’apparecchiatura, denominata Raypilot (Micropos Medical AB) utilizza un acceleratore lineare, di ultima generazione associato ad uno strumento di monitoraggio real time del movimento dell’organo durante il trattamento, consentendo di erogare la massima dose alla recidiva di malattia anche in pazienti già precedentemente sottoposti a radioterapia. Si tratta di uno strumento ad alta precisione, che consente di effettuare il trattamento in poche sedute (1-5), in regime ambulatoriale e senza alcuna invasività.
Attualmente la recidiva locale di tumore della prostata nel paziente già radiotrattato viene affrontata pressoché esclusivamente con una terapia farmacologica, trattamento palliativo non esente da importanti effetti collaterali cardiovascolari, metabolici e neurologici. In alcuni
casi è possibile anche un approccio chirurgico, ma è un intervento complesso e molto demolitivo, gravato da potenziali complicanze molto invalidanti sulla qualità di vita del paziente.
I benefici della cura con Raypilot
Al contrario, il trattamento radioterapico mediante Raypilot, non possibile con tecnologie convenzionali per l’elevato rischio di effetti collaterali ad organi critici (vescica, retto, uretra), può garantire ottimi risultati in termini di radicalità, può essere eseguito in tempi molto brevi e riduce sensibilmente gli effetti collaterali e i rischi per il paziente.
La valutazione prima del trattamento
Prima di effettuare il trattamento con Raypilot è necessaria un’accurata rivalutazione del paziente, sia per la definizione della recidiva prostatica sia per l’esclusione di eventuali metastasi a distanza che precludono l’accesso al trattamento stesso. Per tali scopi all’ospedale San Gerardo vengono utilizzate tecnologie avanzate di diagnostica per immagini come la RM 3 Tesla, in dotazione presso la U.O. di Radiodiagnostica diretta dal dott. Rocco Corso, che è attualmente la metodica di riferimento per lo studio della recidiva locale di malattia e per la definizione del target di trattamento. Mentre la PET con 18F-PSMA è a sua volta lo standard diagnostico per la ricerca delle metastasi a distanza ed è eseguita presso la U.O. di Medicina Nucleare diretta dal prof. Luca Guerra, professore associato di Diagnostica per immagini e radioterapia dell’Università degli Studi di Milano - Bicocca, utilizzando un tomografo digitale di ultima generazione.
Entrambe queste apparecchiature sono operative presso il San Gerardo già dal 2020.