Diplomata a pieni voti all'ospedale pediatrico di Roma
Nell’aula della 5^A la 18enne cesanese c’è stata un solo giorno, lo scorso settembre. Poi il ricovero, prima a Milano e poi al Bambino Gesù, nella capitale

Sara, studentessa al quinto anno di Liceo delle Scienze umane all’Iris Versari di Cesano Maderno, nell’aula della 5^A c’è stata un solo giorno, il primo dell’anno, lo scorso settembre. Poi una diagnosi ha cambiato tutto: neuroblastoma. Un dolore alla schiena che sembrava banale si è rivelato l’inizio di un percorso imprevedibile e difficile.
Diplomata a pieni voti all'ospedale pediatrico di Roma
I ricoveri e le terapie hanno tenuto Sara lontano, in ospedale, prima a Milano e da novembre al Bambino Gesù di Roma. Ed è lì che, a fine giugno, ha potuto concludere gli studi e sostenere l’esame di Maturità. Con il massimo dei voti: 100 su 100, uno dei tre voti pieni tra le 24 ragazze della sua classe. Ma la Maturità, per la cesanese, non è stata solo un esame superato. È il segno di una forza costruita giorno dopo giorno, tra ostacoli e ripartenze.
"La scuola in ospedale è stata fondamentale"
Nell’ultimo anno scolastico la scuola di Sara, come quella di altri due maturandi ricoverati al Bambino Gesù, l’ospedale pediatrico della capitale, non ha avuto né aule né banchi, solo insegnanti itineranti che tenevano lezioni accanto ai letti, con percorsi personalizzati. "La scuola in ospedale è stata fondamentale, perché seguire le lezioni online con il Versari era complicato – racconta Sara, rispondendo al telefono il giorno dopo la fine dell’ultimo ciclo di terapia – Continuare a studiare è stato un modo per rimanere ancorata alla mia normalità e non sentirmi esclusa da tutto ciò che vivevo prima".
La riscoperta della Matematica e della Fisica
Tra una terapia e l’altra, è arrivata anche una sorpresa: la riscoperta della Matematica e della Fisica. "Al liceo avevo perso entusiasmo per queste materie, forse per via dei tanti cambi di professori. Ma in ospedale ho incontrato una docente bravissima, che mi ha fatto colmare le lacune. Mi ha fatto piacere di nuovo studiarle". L’esame di Maturità si è svolto in due fasi: prima gli scritti in una piccola aula dell’ospedale, poi l’orale in una sala più grande, alla presenza dei professori che l’hanno seguita durante l’anno e di tre docenti esterni del Liceo Vittoria Colonna di Roma.
"Non credevo di avere tutta la nostra forza"
E in un continuo percorso di crescita, di sé Sara ha capito "che sono più tosta di quanto pensassi". All’inizio non è stato facile: la diagnosi, il trasferimento a Roma, lontana da tutto e tutti, la scoperta di dover restare ricoverata per un anno, le chemio da affrontare, le attese e le speranze. "Non credevo di avere tutta questa forza - dice con lucidità e orgoglio - Era nato tutto da un semplice dolore alla schiena... Quando mi hanno dato la diagnosi ricordo di essere scoppiata in una risata isterica. All’arrivo a Roma ho scoperto che sarei rimasta ricoverata un anno e sono crollata. Ci ho messo un po’ a metabolizzare. Vedevo tutto nero. Ma ho sempre avuto fiducia nei medici e ho imparato a vedere la luce anche nei tunnel che sembrano senza fine".
Il sostegno degli affetti e delle compagna di classe
Fondamentale, per affrontare tutto questo, è stata la presenza della sua famiglia: mamma Daniela, che si è trasferita con lei a Roma, il fratello Alessandro e il fidanzato Riccardo, che anche a distanza non le hanno mai fatto mancare affetto e sostegno. E poi le compagne di classe e i professori del Versari, che non hanno mai smesso di farle sentire il loro tifo. Ora, con il diploma in tasca, Sara guarda al futuro. "Vorrei iscrivermi ad Architettura o Giurisprudenza – confessa – Disegnare mi piace tantissimo, ma anche il mondo del diritto mi affascina. Sto cercando di capire se potrò iniziare da remoto, visto che per i prossimi mesi dovrò rimanere ancora al Bambino Gesù".