La cerimonia

Don Mario Ciceri proclamato Beato

La funzione è stata celebrata questa mattina nel Duomo di Milano

Don Mario Ciceri proclamato Beato
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In una affollata e commovente cerimonia nel Duomo di Milano presieduta dal cardinale Semeraro, Armida Barelli e il brianzolo don Mario Ciceri sono stati proclamati  Beati

 Don Mario proclamato Beato

Si è svolta questa mattina in Duomo la solenne celebrazione eucaristica per la beatificazione di  Armida Barelli e  di don Mario Ciceri. In una cattedrale dove tutti i  1.800 posti a sedere erano occupati, ha presieduto la Messa, come rappresentante di papa Francesco, il cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Numerosi i concelebranti: tra loro il cardinale Francesco Coccopalmerio, l’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, il Vicario generale della Diocesi di Milano, monsignor Franco Agnesi, l’Assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, monsignor Claudio Giuliodori, l’Assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana e vescovo di Orvieto-Todi, monsignor Gualtiero Sigismondi e altri 24 vescovi.

Inevitabile la partecipazione di rappresentanti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dell’Azione Cattolica Italiana e dell’Istituto delle Missionarie della Regalità di Cristo, tre realtà intimamente legate alla figura di Armida Barelli,  e le autorità e i cittadini di Veduggio e Sulbiate, i paesi in cui don Mario Ciceri è nato e ha svolto il suo ministero. Nato a Veduggio, infatti, Mario Ciceri (1900-1945) viene ordinato sacerdote nel 1924 e nominato vicario parrocchiale di Brentana di Sulbiate, vivendo tutto il suo ministero in quella parrocchia a servizio dell’oratorio, dell’Azione Cattolica, dei malati e degli sfollati di guerra. Durante il secondo conflitto mondiale accompagnò i ricercati verso la Svizzera, fornendo loro documenti e lasciapassare falsi. Per questo impegno ricevette  postuma la Medaglia d’oro per la Resistenza.

Una mostra dedicata al venerabile don Mario Ciceri

Le parole dei celebranti

Dopo la lettura dei profili biografici dei due nuovi beati e un momento di preghiera per aiutare i presenti a entrare nel clima della celebrazione, si sono susseguite le tappe previste dal rito della beatificazione: in particolare sono state svelate le immagini di Armida Barelli e don Mario Ciceri, ai lati del tabernacolo, e sono state portate all’altare le loro reliquie.

 «Di entrambi (i nuovi beati) possiamo dire che sono “cresciuti” - ha rimarcato il cardinale Semeraro - Don Mario Ciceri s’impegnò quotidianamente a smussare alcune spigolosità caratteriali giungendo a mostrare in sé un efficace connubio tra vita spirituale e vita pastorale al punto che tutti riconobbero in lui un sacerdote che realizzava con zelo e in fedeltà la sua vocazione. È stato paragonato al santo Curato d’Ars. Anche Armida Barelli “camminò nell’amore” con una costante limatura del suo temperamento. Mentre veniva consumata dall’infermità il beato Ildefonso Schuster disse di lei: “Il Re Divino sta cesellando il suo gioiello”».

E dopo avere ricordato alcuni tratti della personalità delle due figure, il Cardinale ha concluso: «In queste storie di santità, umili e nascoste come quella del beato Mario Ciceri, oppure pubbliche e note come quella della beata Armida Barelli si manifesta sempre la forza dello Spirito, che il Risorto possiede senza misura».

Al termine della celebrazione è intervenuto l’Arcivescovo di Milano, monsignor  Mario Delpini:

«Le foto che ci fanno conoscere la beata Armida e il beato Ciceri  forse ci fanno pensare alle vecchie zie e al vecchio zio prete che sono tanto cari e insieme tanto improbabili e anacronistici. In realtà più si conoscono e più si scoprono vivi e imitabili».

E poi l’Arcivescovo ha svelato  a sorpresa un piccolo annuncio personale: «Ho deciso che celebrerò il mio onomastico non più il 19 gennaio, ricordando san Mario, martire del terzo secolo; lo celebrerò invece il 14 giugno, memoria del beato Mario Ciceri, un santo prete ambrosiano».

 

 

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