Seregno

Dopo 33 anni di servizio in pensione la primaria di Neuroriabilitazione

A fine ottobre la dottoressa Silvia Premoselli, 67 anni, ha lasciato l’ospedale Trabattoni - Ronzoni

Dopo 33 anni di servizio in pensione la primaria di Neuroriabilitazione
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«Volevo fare l’architetto durante gli anni del liceo, poi è riaffiorato il desiderio dell’infanzia di fare la dottoressa nato per la grande ammirazione che avevo per la mia pediatra. Ed è iniziata l’avventura»

Dopo 33 anni di servizio in pensione la primaria di Neuroriabilitazione

A parlare è la dottoressa Silvia Premoselli, 67 anni, primaria del reparto di Neuroriabilitazione del centro Trabattoni - Ronzoni di Seregno che ha lasciato la struttura a fine ottobre, dopo 33 anni di servizio (dal 1984-85 aveva ricoperto altri incarichi).

Durante gli anni dell’Università, il suo incontro con un professore di neurologia «che mi ha fatto appassionare allo studio del cervello e alla semeiotica, che ha contribuito a sviluppare la mia capacità di osservazione del paziente. In seguito varie collaborazioni anche in ambito psichiatrico e l’ingresso in ospedale nei reparti di neurologia per acuti, interessandomi sia della clinica che della neurofisiologia».
Nel 1991, con la conversione dell’ospedale cittadino in struttura riabilitativa, «l’occasione di curare il paziente neurologico da un altro punto di vista».

Tanti i ricordi

«I primi dieci anni a Seregno sono stati appassionanti perché dovevamo “costruire” insieme, medici, fisioterapisti, logopedisti e infermieri un centro di riabilitazione per il recupero di pazienti con esiti di ictus cerebrale, politraumi e polineuropatie acute, ma con la particolarità di seguire anche pazienti giovani in fase di risveglio dal coma dopo gravi incidenti stradali. E in quegli anni eravamo uno dei pochi centri con questa caratteristica. Negli anni successivi il gruppo si è sempre più ampliato, acquisendo validi colleghi e collaboratori, introducendo nuove figure come le terapiste occupazionali, dando sempre maggior risalto agli interventi psicologici e impostando protocolli secondo le nuove regole dei sistemi di qualità. Si sono venuti a creare nuovi ambiti riabilitativi: oltre agli storici servizi di riabilitazione dell’ospedale di Desio e di Besana Brianza, è stato aperto un reparto di riabilitazione nel nuovo ospedale di Vimercate».

Nel 2016 una nuova sfida

La sfida nel 2016, quando «mi è stato proposto di fare il direttore del reparto di Riabilitazione neurologica, quindi staccarsi dall’attività clinica e dedicarmi agli aspetti gestionali», a cui è seguita a breve anche la responsabilità degli altri due reparti riabilitativi dell’ospedale di via Verdi, quelli di Riabilitazione pneumologica e cardiologica.

«Il lavoro veniva incentrato sulla ricerca della massima collaborazione con i colleghi, peraltro di specialità diverse, che ringrazio tutti perché anche con loro si è creata un’unità d’intenti nonostante le difficoltà sempre presenti, che si sono moltiplicate con l’avvento della pandemia da Covid. Nonostante questo le nostre attività si sono ulteriormente ampliate con l’implementazione di nuove attività in tutti gli ambiti della riabilitazione neurologica, cardiologica e pneumologica».

Come si è trovata a svolgere tutti questi incarichi ?

«Devo dire che il clima al Trabattoni - Ronzoni è sempre stato di grande collaborazione - ha aggiunto la dottoressa - Non saprei per quale motivo, ma a Seregno si è sempre creato un clima particolare anche con l’alternarsi delle persone, confermato dai tanti specializzandi che frequentano i nostri tre reparti, dai colleghi dimissionari che poi hanno continuato l’attività in altre sedi o quelli ormai in pensione. Sono un po’ dispiaciuta nel lasciare questo mondo così coinvolgente, tutti i colleghi dell’Asst e il personale sanitario ma anche amministrativo, che nonostante la ovvie temporanee incomprensioni, sempre presenti in una comunità, mi hanno sempre arricchito e stimolato a crescere».

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