Dopo 8 anni di battaglie legali e una sentenza del Consiglio di Stato, la farmacia di Villanova ha un nuovo titolare
Decisiva la sentenza del Consiglio di Stato e il parere della Corte Europea: un caso intricato destinato a fare storia che ha beffato la dottoressa Barbara Ferraro
La farmacia di Villanova ha ufficialmente un nuovo titolare. Dopo 8 anni di sacrifici e battaglie legali, la dottoressa Barbara Ferraro vede sfumare non solo il frutto del duro lavoro, ma un vero e proprio progetto di vita su cui aveva investito praticamente tutta se stessa.
Dopo 8 anni di battaglie legali e una sentenza del Consiglio di Stato, la farmacia di Villanova ha un nuovo titolare
A meno di clamorosi colpi di scena dell’ultimo secondo, le chiavi della farmacia passeranno nelle mani della "Dr Max", società leader nella gestione di farmacie attiva in tutta Europa. L’azienda, grazie a un’offerta a busta chiusa da 1 milione e 350mila euro, si è infatti aggiudicata l’asta pubblica indetta dal Comune di Bernareggio per la riassegnazione dell’esercizio di via San Bartolomeo in seguito a una controversa sentenza del Consiglio di Stato che, a distanza di sette anni, nel febbraio del 2021 aveva ritenuto nullo il precedente bando.
Una storia lunga quasi un decennio
La vicenda ha radici profonde e intricate. Siamo nel 2013 e il Comune decide di aprire un bando per la gestione della farmacia di Villanova. In un primo momento l’attività viene regolarmente assegnata, ma l’acquisizione viene subito bloccata in seguito a un cavillo tecnico. A questo punto, a farsi avanti, è proprio la dottoressa Ferraro, già dipendente da dodici anni della farmacia e, forte del diritto di prelazione previsto all’interno del regolamento di gara, si aggiudica la gestione dell’esercizio. Tutto sembra destinato al più classico dei lieti fine, ma il secondo classificato (che in realtà aveva offerto di più in fase d’asta) presenta ricorso. La battaglia legale si fa sempre più aspra e la farmacista respinge colpo su colpo, processo su processo, vincendo ogni procedimento. I ricorrenti però non si arrendono e il caso arriva sino al Consiglio di Stato per l’ultimo grado di giudizio. Ed è quello che si rivela fatale, perché l’organo giurisdizionale si appella alla Corte Europea e dichiara illegittimo il diritto di prelazione esercitato dalla Ferraro. La sentenza si trasforma in una doccia gelata: bando da rifare e farmacia da riassegnare. Insomma, tutto come se gli ultimi sette (ormai otto) anni non fossero mai esistiti.
LEGGI L'AMPIO SERVIZIO E L'INTERVISTA ALLA DOTTORESSA FERRARO SUL GIORNALE DI VIMERCATE IN EDICOLA DA MARTEDI' 27 SETTEMBRE 2022