Desio

Dopo la festa arrivano 1700 euro da pagare

Brutta sorpresa per il Comitato di Spaccone che ha organizzato l’iniziativa, conto salato chiesto dal Comune

Dopo la festa arrivano 1700 euro da pagare
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Conto salato da pagare per i volontari della Festa de Spacun a Desio.

Dopo la festa arrivano 1700 euro da pagare

«Abbiamo ricevuto dal Comune la richiesta di pagamento dell’occupazione del suolo pubblico, per la prima volta in tredici anni di attività, per una somma che va oltre i 1.700 euro. Noi siamo volontari, ci sembra un’azione che va contro l’idea di fare una festa, e inoltre crea un forte ammacco nel nostro bilancio», ha commentato preoccupato e incredulo Gianni Bona, che si è adoperato per organizzare la festa di Spaccone, che si è tenuta dal 23 al 26 maggio.

Gianni Bona

«Più che un fatto amministrativo mi sembra quasi una scelta politica - ha sbottato - Il patrocinio poteva comprendere anche tutto il tempo di occupazione del suolo pubblico di un mese e mezzo: hanno deciso che ci bastassero tre giorni per montare e tre per smontare. Ma è fuori da ogni valutazione realistica. Tutti gli altri anni abbiamo sempre utilizzato lo spazio con queste tempistiche».

Tutto il problema nasce da una richiesta di occupazione del suolo pubblico che quest'anno il Comitato di quartiere ha fatto direttamente all'ufficio Suap, cioè lo Sportello unico per le attività produttive, anziché all'ufficio Cultura come negli anni precedenti:

«Abbiamo chiesto, come tutti gli anni, un patrocinio per le attrezzature, abbiamo indicato i giorni specifici della festa, e ricordato che l’allestimento sarebbe iniziato tempo prima, a fine aprile», ha raccontato il volontario. Il Comitato, essendo un'associazione senza scopo di lucro, ha provato a richiedere all’assessore, Andrea Civiero, di non pagare questa somma.

«Nella richiesta il patrocinio riguardava i giorni della festa mentre la richiesta di  gratuità del suolo pubblico dovrebbe ora coprire un mese e mezzo, cosa che non è mai stata fatta in passato - ha spiegato Civiero - Si è sempre patrocinata solo la data della festa, con una copertura di dieci giorni, quattro di effettiva festa, tre giorni prima per il montaggio e tre dopo per smontare le strutture, che per noi è un tempo consono. Inoltre, c’è anche un problema di sicurezza di cui tenere conto nella fase di montaggio che dura delle settimane e su cui non riusciamo a garantire un controllo capillare. A questo si deve aggiungere la potenziale ripetibilità della richiesta da parte di altre associazioni; sarebbe impensabile concedere un tempo così lungo. Prima di questa Amministrazione il patrocinio veniva dato per soli dieci giorni, nella stessa forma di quest’anno».

Amara la conclusione di Bona: «Ogni volta riproponiamo la festa perché farla ci gratifica, però sull’altro piatto della bilancia c’è un gravoso impegno di tempo, personale e tanta burocrazia».

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