Dopo l'aumento della scorsa settimana, in lieve calo i ricoverati per Covid al San Gerardo
Nella settimana dal 15 al 21 novembre gli accessi al Pronto soccorso sono stati in totale 1871, di cui 141 con sintomatologia Covid e 23 ricoverati.
Passano da 46 a 42 i ricoverati per Covid al San Gerardo. In base all'ultimo bollettino diffuso dall'Asst Monza la situazione è sostanzialmente stabile.
Dopo l'aumento della scorsa settimana, in lieve calo i ricoverati per Covid
Andando a vedere nel dettaglio i dati relativi alla settimana dal 15 al 21 novembre, gli accessi al Pronto soccorso sono stati in totale 1871, di cui 141 con sintomatologia Covid e 23 ricoverati. Ad oggi risultano:
- 26 pazienti in Malattie Infettive (8 non vaccinati)
- 8 in terapia intensiva (5 non vaccinati)
- 8 in UTIR (4 non vaccinati).
L'età media dei 42 pazienti ricoverati è di 74 anni.. Due i decessi nella settimana appena trascorsa.
Raffrontando i dati con quelli della settimana precedente possiamo appunto notare il lieve calo nei ricoveri: Alla data del 15 novembre infatti c'erano:
- 26 in Malattie Infettive (8 non vaccinati)
- 8 in terapia intensiva (5 non vaccinati)
- 8 in UTIR (6 non vaccinati)
- 4 in altro reparto (2 non vaccinati).
Il "Paradosso di Simpson"
“La situazione del numero dei ricoveri è sostanzialmente stabile presso la ASST Monza. Il fatto che il numero dei pazienti vaccinati abbia superato il numero dei soggetti non vaccinati non deve sorprendere ed è legato a due fattori - spiega il Prof. Paolo Bonfanti, Direttore unità operativa di Malattie Infettive. Il primo è un fenomeno di tipo statistico, noto come “Paradosso di Simpson”, per cui per capire quanto i vaccini per il Covid-19 funzionino bene bisogna guardare alle diverse incidenze tra completamente vaccinati e non vaccinati, guardando come questi dati tendono a ridurre i dati di contagi, ricoveri e decessi. Attualmente il numero dei vaccinati supera enormemente quello dei non vaccinati per cui il numero dei ricoveri aumenta ma il rischio di malattie severe o di morte rimane basso se si tiene conto dell’enorme denominatore di chi si è sottoposto al vaccino. La seconda ragione è legata al progressivo innalzamento dell’età dei vaccinati ed è noto che negli anziani la protezione del vaccino ha una durata inferiore, per questo devono sottoporsi alla terza dose”.