Protesta

Due classi «tagliate» alle primarie, i sindaci scrivono all’Ufficio scolastico

La riduzione potrebbe riguardare i plessi di Renate e Briosco capoluogo

Due classi «tagliate» alle primarie,  i sindaci scrivono all’Ufficio scolastico
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Da sette a cinque. Con l’inizio del nuovo anno scolastico dietro ai banchi, le classi prime dell’Istituto comprensivo «Alfredo Sassi» potrebbero subire un «taglio» di due unità; in particolare passerebbero da due a una soltanto quelle attivate nei plessi di Renate e Briosco capoluogo. Verrebbero «risparmiate», invece, le altre tre sezioni delle elementari di Capriano e Veduggio con Colzano.

Classi "tagliate"

Non è ancora una certezza ma un’intenzione dell’Ufficio scolastico che riguarda diversi istituti del territorio, a partire dalla vicina Carate Brianza. Intenzione comunicata nei giorni scorsi dalla preside Mariagrazia Pino ai sindaci dei tre comuni sui quali gravita il Comprensivo: Antonio Verbicaro per Briosco, Matteo Rigamonti per Renate e Luigi Dittonghi per Veduggio con Colzano. Udita la quale i primi cittadini si sono uniti in una voce sola di protesta, messa nero su bianco in una lettera inviata ad Augusta Celata, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia, e a Maria Vincenza Berardi, dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale Monza e Brianza, oltre che alla dirigente scolastica Pino per conoscenza.

Problemi per Enti e famiglie

Nella missiva i primi cittadini, pur dicendo di «comprendere in parte le ragioni» della riduzione del numero delle classi, manifestano «rammarico per una scelta che comporta notevoli criticità per le nostre Amministrazioni e per le famiglie».
«Togliere due sezioni al nostro Comprensivo, che probabilmente è territorialmente il più vasto della provincia di Monza e Brianza, innesca una serie di problematiche complesse da gestire tra le Amministrazioni», scrivono i sindaci. Ci sono infatti la questione del trasporto scolastico da riorganizzare e «la specifica situazione degli alunni che si troveranno in classi decisamente più numerose delle attuali».
Verbicaro, Rigamonti e Dittonghi lamentano inoltre una «ritardata comunicazione» - arrivata ad aprile con le iscrizioni al nuovo anno scolastico chiuse a gennaio - che «non ha dato alle famiglie la possibilità di poter pensare ed eventualmente programmare soluzioni compatibili con le diverse necessità familiari e lavorative». Lo stesso vale per gli Enti comunali che si troveranno a dover riorganizzare «i servizi diretti a garantire il diritto allo studio».
La lettera ai vertici dell’Ufficio scolastico regionale e provinciale si conclude con un auspicio, quello di avere ancora «margini per poter mantenere l’attuale organizzazione del Comprensivo», da discutere insieme «in un eventuale incontro».

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