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Ecco chi sono i due presunti terroristi arrestati

Il monzese vive a San Rocco da molti anni ed è stato indottrinato dal suo ex capo

Ecco chi sono i due presunti terroristi arrestati
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Vive in Italia, a Monza, da moltissimo tempo e ha addirittura  la cittadinanza italiana, ciononostante inneggiava alla Jihad.  Emergono i dettagli sui presunti terroristi arrestati dalla Polizia di Stato.

Ecco chi è il presunto terrorista monzese

Il monzese arrestato e condotto in carcere per partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo, si chiama Refaei Alaa ed è nato in Egitto nel 1979.

Vive a Monza, a San Rocco ed è finito nel mirino degli inquirenti perché pubblicamente istigava la commissione, o per lo meno ne faceva pubblicamente l’apologia, di delitti legati all’organizzazione terroristica internazionale nota come Stato Islamico, avente come scopo quello di commettere una serie indeterminata di atti di violenza con finalità di terrorismo in territorio siriano e iracheno, nonché nei territori di molti altri Stati, anche tramite uccisione di civili inermi in Stati occidentali e in località turistiche frequentate prevalentemente da cittadini occidentali.

Pratico di tecnologia e attivo sui social, su WhatsApp e su Telegram, Refaei  su Facebook, si è reso responsabile della pubblicazione di contenuti jihadisti, con commenti e like di approvazione su profili altrui. Ad esempio l'anno scorso, durante una discussione accesa con un altro utente sotto un il post di un video dice chiaramente, riferendosi ai “Fratelli Musulmani, che si aspetta dallo Stato Islamico in Egitto, che taglieranno le gole dei miscredenti e dei traditori".

Terroristi: il suo ex capo arrestato con lui

Assieme a lui destinatario dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere c'è anche Nosair Gharib Hassan Nosair Mohamed,  nato in Egitto  nel 1974 e residente in Sesto San Giovanni, con un permesso di soggiorno di lunga durata, in Italia da ben 15 anni.

Sarebbe stato quest'ultimo, più anziano, ad aver indottrinato il 44enne - suo ex dipendente - che nel maggio 2022 ha giurato fedeltà allo Stato islamico secondo l'indagine della Polizia di Stato che ha poi portato alla misura cautelare questa mattina, martedì 17 ottobre 2023.

Nosair dal canto suo promuoveva il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo attraverso la pubblicazione sul proprio profilo Facebook di numerosi post e commenti asseritamente sodali allo Stato Islamico nonché attraverso la sistematica condivisone sui  canali Whatsapp e Telegram di video raffiguranti azioni armate compiute nei territori occupati o sotto attacco da parte di Isis.

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