Edicolante sventa la truffa telefonica
Un messaggio sul telefonino della moglie chiedeva disperatamente 950 euro spacciandosi per la figlia vittima di un finto borseggio
La truffa non è riuscita, ma ci è mancato davvero poco.
A raccontarlo è Fausto Mino Giacinto dei Molinari, 63 anni, edicolante di via Cusani a Carate Brianza che, alla fine, è riuscito a stanare un ignoto malfattore che rispondeva dall’altra parte del telefonino della moglie e che stava riuscendo a raggirarla chiedendole di versare 950 euro su una carta Poste Pay spacciandosi per la figlia della coppia che raccontava di essere stata derubata dello smartphone. E per questo si faceva viva da un altro numero: quei soldi, era la scusa, sarebbero dovuti servire in parte proprio per acquistare un nuovo apparecchio.
Edicolante sventa la truffa telefonica
E’ accaduto nel tardo pomeriggio di lunedì.
«Attorno alle 18,30 è arrivata in edicola mia moglie preoccupata, raccontandomi di avere ricevuto un messaggio da nostra figlia, che vive a Lecco e lavora nel Comasco. Chiedeva soldi, spiegando di essere stata derubata del telefono e di scrivere temporaneamente con uno smartphone sostitutivo e con un nuovo numero - racconta l’edicolante, ex consigliere comunale - Coincidenza ha voluto fra l’altro che abbiamo provato più volte a contattare nostra figlia, ma il suo telefono in quel momento risultava spento forse perché in una zona non coperta da segnale... E’ allora che ho iniziato la conversazione con quella persona che, come poi si è scoperto, si spacciava per lei. Erano richieste di aiuto disperate... Ho provato per prima cosa ad avviare una video-chiamata, ma lo schermo risultava tutto nero e offuscato. Impossibile anche chiamare quel numero a detta di quel truffatore che fingendo ancora di essere nostra figlia ha provato a convincerci spiegando che lo smartphone era solo abilitato a ricevere messaggi via Whatsapp e niente altro. E’ allora che ho mangiato la foglia. Gli ho scritto un messaggio: “Ma come si chiama la nostra gatta?”. La reazione è stata ovviamente quella che mi aspettavo. Non ha risposto alla domanda e ha iniziato a inviare una serie di messaggi come se fossimo genitori sciagurati. Di lì a poco abbiamo richiamato nostra figlia sul suo numero e lei candidamente ci ha risposto dicendo di non averci mai contattati».
L’edicolante si è poi rivolto ai Carabinieri per segnalare l’accaduto scoprendo che la scheda telefonica era intestata ad un prestanome del Bangladesh: «E’ facile cadere in queste truffe, a volte però basta mantenere la lucidità e la calma e mettere i malviventi con le spalle al muro. Quando ho chiesto come si chiamasse la nostra gatta ha concluso l’ex consigliere - ha iniziato a spazientirsi...».