Emergenza casa, l’allarme della Caritas. In un anno richieste aumentate del 41%
In dodici mesi le persone che si sono rivolte allo sportello per cercare un alloggio sono passate da 36 a 45, irrisolto il problema abitativo
A Desio la crisi abitativa continua a colpire duramente, spingendo numerose famiglie verso situazioni di estrema precarietà.
Emergenza casa, l’allarme della Caritas. In un anno richieste aumentate del 41%
La Caritas locale evidenzia una realtà sempre più complessa, «dove le difficoltà economiche si intrecciano con forme di esclusione e discriminazione nel mercato immobiliare». Nel 2023 i centri di ascolto Caritas hanno accolto 269 persone e concretizzato 156 interventi economici. Tuttavia, nonostante gli sforzi, il problema della casa rimane irrisolto.
Sempre più famiglie si trovano impossibilitate a sostenere gli affitti, che spesso assorbono tra il 50 per cento e il 70 per cento del reddito. «Ciò costringe molti nuclei familiari a sacrificare spese essenziali, come l’istruzione dei figli. Quando lo sfratto si concretizza, la situazione diventa drammatica: chi finisce in strada fatica a reintegrarsi, e le ripercussioni sono gravi soprattutto per i più giovani, che subiscono effetti educativi e sociali profondi», ha soiegato Rita Galimberti, responsabile del centro di ascolto Caritas della Basilica.
I motivi
Secondo la Caritas il quadro si aggrava a causa delle discriminazioni esplicite denunciate da molte famiglie. «Le persone ci raccontano che le agenzie immobiliari rispondono spesso che i proprietari non affittano a famiglie straniere con bambini», ha evidenziato Galimberti. «Il fenomeno è accentuato dall’aumento del numero di richiedenti asilo, provenienti in particolare dal Centro America e dal Perù. Questi ultimi devono affrontare lungaggini burocratiche e condizioni di precarietà estrema, trovandosi in un limbo».
Galimberti sottolinea come la situazione sia il risultato di anni di crisi che, dal 2008 a oggi, continuano a generare effetti a catena: «Le difficoltà sono trasversali: emergenza casa, reddito e servizi educativi. La precarietà domina. Se non paghi l’affitto, perdi la casa, e ritrovarne una diventa impossibile, anche a causa della scarsità di alloggi popolari. Le risorse sono sempre più limitate, e il problema del lavoro povero è più che mai reale». La Caritas ribadisce che gli interventi temporanei come aiuti economici o alimentari non bastano. Per contrastare l’emergenza abitativa servono misure strutturali: «La creazione di alloggi a canone calmierato e una riflessione collettiva sulla responsabilità sociale sono passi imprescindibili. Dobbiamo unire sempre più le forze per aiutare le persone, puntando a renderle autonome e autosufficienti», ha concluso.
I dati
Per quel che riguarda i numeri complessivi, e un confronto con il 2022, se nel 2022 il numero degli ascolti sono stati 772, nel 2023 sono stati 683.
Si nota una leggera riduzione del numero complessivo di persone assistite, ma la percentuale di stranieri è aumentata dal 52 per cento al 57 per cento. Nel 2023 la Caritas ha incontrato 269 persone, di cui 116 italiani (43 per cento) e 153 stranieri (57 per cento, in particolare marocchini). Nel 2022 erano 297 persone, di cui 142 italiani (48 per cento) e 155 stranieri (52 per cento, soprattutto ucraini). Per quel che riguarda la tipologia delle richieste, queste denotano un cambiamento nelle necessità. Nel 2023 per il lavoro 111 richieste, 84 per gli aiuti economici, 85 per quel che riguarda materiale alimentare e scolastico, 45 per la casa.
Nel 2022 in 134 hanno chiesto aiuto per il materiale alimentare, 168 le richieste di vario tipo, 81 per gli aiuti economici, 36 per la casa.
Per quanto riguarda il supporto abitativo le richieste per la casa sono passate da 36 nel 2022 a 45 nel 2023, con una «crescente difficoltà nella ricerca di alloggi accessibili».