Lentate sul Seveso

Ennesima archiviazione per il caso di Simone Mattarelli, la famiglia: «Continueremo a chiedere giustizia»

Sono passati quattro anni dalla morte del 28enne di Birago, trovato impiccato a un macchinario. Per i genitori e il fratello non fu un suicidio

Ennesima archiviazione per il caso di Simone Mattarelli, la famiglia: «Continueremo a chiedere giustizia»
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L’ennesima archiviazione, l’ennesimo respingimento delle loro richieste. L’ennesimo «no» che, però, invece di demoralizzarli, alimenta la loro voglia di chiedere giustizia.
A quattro anni esatti dalla morte di Simone Mattarelli, il 28enne di Birago trovato impiccato a un macchinario in un’azienda a Origgio il 3 gennaio 2021 dopo un rocambolesco inseguimento da parte dei Carabinieri, mamma Maria Formisano, papà Luca e il fratello minore Matteo non perdono la speranza di fare chiarezza sulla sua scomparsa.

Ennesima archiviazione per il caso di Simone Mattarelli, la famiglia: «Continueremo a chiedere giustizia»

Un caso che, nonostante anni di battaglie da parte della famiglia, la Procura di Busto Arsizio ha archiviato come suicidio. E recentemente è stata archiviata anche la denuncia presentata dai famigliari, assistiti dall’avvocato Roberta Minotti, nei confronti del medico legale che nel gennaio 2021 aveva eseguito l’autopsia sul corpo del giovane. Un esame che, a parere della famiglia, «era pieno di omissioni, con elementi degni di nota che non erano stati presi in considerazione, come una presa sulla spalla, varie lesioni e un’emorragia addominale». Per questa ragione nel dicembre 2022 i famigliari di Simone Mattarelli avevano denunciato il medico legale, di Pavia, per i presunti reati di falso e false informazioni al pubblico ministero, ma il pm aveva chiesto l’archiviazione della querela. Archiviazione a cui i famigliari si erano opposti. Ma il giudice, dopo l’udienza camerale dell’ottobre scorso, ha deciso di archiviare definitivamente la denuncia.

«Nonostante questo non ci arrendiamo, continueremo a chiedere giustizia per Simone con tutti i mezzi possibili, ci attiveremo per una riapertura delle indagini», dichiara con fermezza Matteo, che in questi quattro anni non ha mai smesso di pensare al fratello, un giovane descritto come «pieno di vita, appagato nel lavoro e negli affetti. Non avrebbe avuto alcun motivo per suicidarsi».

«E’ molto dura, la sua mancanza si fa sempre sentire e mi fa male non poter condividere con lui quello che mi succede - ammette Matteo, che in questi anni ha cambiato lavoro e si è sposato - Anche i momenti di gioia non sono la stessa cosa dato che lui non c’è. La felicità non è mai al cento per cento».

«Si va avanti perché bisogna andare avanti, ma si vive a metà - gli fa eco mamma Maria - Dicono che con il passare del tempo il dolore diminuisce, ma nel mio caso aumenta perché mi rendo conto che mio figlio non c’è più. Mi manca tutto di lui, è come se la mia vita si fosse fermata il 3 gennaio del 2021».

Ma nonostante l’immensa sofferenza, la famiglia non ha perso la voglia di andare alla ricerca della verità: «Non perdiamo la speranza che venga fatta giustizia - conferma Matteo Mattarelli - Io e mio padre abbiamo incontrato la senatrice Ilaria Cucchi, che ha portato avanti una battaglia per fare luce sulla morte di suo fratello Stefano, picchiato a morte. Ci ha ascoltato e si è fatta un’idea su quanto successo, promettendoci che si sarebbe attivata a riguardo. Ora attendiamo gli sviluppi».

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