Desio

Espropri Pedemontana, «una spada di Damocle che rischia di rovinare decenni di lavoro»

Consegnati i primi atti, c’è anche l’attività florovivaistica di Felice Mariani, che ha esposto uno striscione: «14 anni che aspettiamo»

Espropri Pedemontana, «una spada di Damocle che rischia di rovinare decenni di lavoro»
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Prima gli espropri per la Valassina, e adesso la Pedemontana. Dal 2009 c’era stato il silenzio, poi all’improvviso ecco di nuovo tornare l’incubo per la famiglia di Felice Mariani, florovivaista, che giovedì scorso così come molti altri a San Carlo a Desio, è stato raggiunto dal «decreto di immissione nel possesso», vale a dire il documento con cui Pedemontana espropria le aree dei privati per il progetto dell’autostrada.

Espropri Pedemontana, «una spada di Damocle che rischia di rovinare decenni di lavoro»

I funzionari sono arrivati poco prima di mezzogiorno. Mariani li ha accolti con un grande striscione con scritto: «Pedemontana 14 anni che aspettiamo», tanto è passato dal momento in cui erano stati annunciati gli espropri, a cui sono seguiti anni di silenzio e incertezza. L’imprenditore desiano, che ha quattro dipendenti, al momento della consegna del documento, era assistito dal suo avvocato, messo a disposizione dai Coltivatori diretti di cui fa parte. Con lui anche i due figli.

«La nostra famiglia ha già subito espropri ben quattro volte, prima a San Giorgio, con la Valassina. Ci hanno costruito la strada statale in giardino. Poi l’ampliamento. Dagli anni ‘90 sono qui a San Carlo, e adesso arriva Pedemontana».

Era il 2009 quando il progetto per l’infrastruttura che avrebbe dovuto collegare la provincia di Varese con quella di Bergamo, passando per la Brianza, venne presentato ai sindaci. Da allora solo un tratto è stato costruito, restano da realizzare la B2, la C e ora i sindaci del Vimercatese stanno facendo opposizione al tratto della D breve, l’ultima novità.

Consegnati 50 esposti

Giovedì sono stati consegnati i primi 50 esposti, a partire da Mariani. L’avviso è arrivato anche al Quagliodromo, sempre a San Carlo, e a diversi privati. Molti anche i cittadini di San Giorgio che figuravano nell’elenco dei 21mila espropriandi, che da anni sono stati costretti a vivere in balia di un provvedimento di cui non si era saputo più niente e che, nel frattempo, ha costretto i proprietari in un limbo, senza poter vendere né ristrutturare le proprietà sottoposte al provvedimento.

Ci sono case, imprese, magazzini, aziende agricole, che verranno cancellate da un progetto che modificherà la mobilità in Brianza. Ora c’è stata un’accelerazione, e si dice che i cantieri dell’autostrada dovrebbero essere avviati entro un paio di mesi, nonostante le opposizioni che ci sono, soprattutto nella zona del Vimercatese. Mariani, così come altri, proprietario di un terreno di settemila metri quadrati, non ha potuto rifiutare di firmare la notifica dell’atto, altrimenti si rischia il penale, ma non intende cedere.

"Nessuno mi può restituire il lavoro di tutti questi anni"

Supportato dal proprio legale, è deciso a opporsi:

«Mi danno un indennizzo di 9,50 euro al metro quadrato, come se si trattasse di un terreno seminato, ma io qui ho la mia attività; ci sono piante che coltiviamo da decenni, ci sono strutture, materiale, le arnie delle api. Ho realizzato tutto questo facendo grossi sacrifici. La contropartita è ben poca cosa e ridicola rispetto al valore che dovrei cedere. Non solo, qui ci sono decenni di impegno, lavoro e fatica. Abbiamo oltre 170 essenze di piante. Andarsene vuol dire prima di tutto avere un altro spazio dove proseguire, ma nessuno mi può restituire il lavoro di tutti questi anni».

Lo striscione?

«Solo un modo per sbeffeggiare i nostri politici che dicono, fanno e poi è tutta una presa in giro. Avrei voluto più rispetto per una realtà artigiana, che ha sempre rispettato le regole, che si è data da fare, che ha dei dipendenti. Invece sono arrivati dopo anni che non si sono più fatti sentire con un’offerta assurda. Ai funzionari della Pedemontana ho fatto una serie di osservazioni di cui hanno preso nota. Adesso siamo in attesa di sapere. Per noi si tratta di una vera e propria spada di Damocle che rischia di rovinare in un colpo solo il lavoro di decenni».

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