La sentenza

Fece causa perché demansionata e mobbizzata, ma il Giudice del Lavoro dà ragione al Comune

Luisa Spinelli, per anni responsabile del settore Cultura e Istruzione, aveva chiesto un risarcimento di oltre 200 mila euro

Fece causa perché demansionata e mobbizzata, ma il Giudice del Lavoro dà ragione al Comune
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Aveva fatto causa al Comune di Carate Brianza chiedendo un risarcimento danni di oltre 200 mila euro dopo che, nel luglio 2020, non le era stata rinnovata la posizione di responsabile del settore Cultura e Istruzione, che aveva ricoperto ininterrottamente per 26 anni, lamentando anche nei suoi confronti delle «condotte di mobbing».

Fece causa perché demansionata e mobbizzata, ma il Giudice del Lavoro dà ragione al Comune

Ma il Giudice del Tribunale del Lavoro del Tribunale di Monza, Emilia Antenore, nella sentenza pronunciata giovedì scorso, ha «rigettato le pretese» della dipendente Luisa Spinelli nei confronti dell’Amministrazione comunale. Entro sessanta giorni verranno rese note le motivazioni sulle quali si è basata la decisione del Giudice di Monza chiamato a pronunciarsi sull’ipotesi di «demansionamento» e mobbing.

La sentenza di giovedì ha definito uno dei contenziosi promossi dall’ex funzionaria nei confronti del Comune, con una richiesta di risarcimento danni pari a oltre 200 mila euro. Le sue pretese, però, sono state respinte e hanno trovato accoglimento invece le argomentazioni sostenute dal sindaco e dall’Amministrazione comunale, assistiti dall’avvocato caratese Roberto Rossi, che avevano contestato le richieste dell’ex responsabile del settore Istruzione ritenendole destituite di fondamento.

Il giudizio definitivo di primo grado, che ha messo un punto sulla vicenda, si inserisce in una serie di contenziosi promossi dalla dottoressa Spinelli tra il 2021 e il 2023. Dapprima l’ex responsabile, tuttora alle dipendenze del Comune, si era rivolta al Tar della Lombardia depositando alcuni ricorsi diretti a ottenere l’annullamento delle delibere della Giunta e i connessi provvedimenti seguiti alla riorganizzazione della pianta organica varata dall’Esecutivo di centrodestra guidata da Luca Veggian, un anno dopo la prima elezione a sindaco nel 2018. I ricorsi, trattati poi in un unico giudizio, erano stati definiti dal Tar che, con sentenza del settembre 2023, aveva rigettato le richieste dell’ex funzionaria accogliendo le argomentazioni del Comune, patrocinato in quell’occasione dall’avvocato Rossi e dall’avvocato Alessandra Blasi.

Alla pronuncia del Tribunale amministrativo regionale, era seguito un ulteriore giudizio con il quale Spinelli aveva riassunto davanti al Tribunale di Monza le cause per le quali il Tar lombardo aveva pronunciato il «difetto di giurisdizione». Anche in questo giudizio, definito con sentenza pronunciata lo scorso mese di dicembre, il Giudice aveva dato ragione al Comune condannando la dipendente al pagamento delle spese di lite.

La sentenza di giovedì a Monza ha messo un punto sulla vicenda avendo definito l’ultimo contenzioso pendente tra il Comune e l’ex funzionaria, che potrà comunque ancora valutare di proporre un eventuale appello.

Soddisfatto il sindaco

«Sono soddisfatto per la conclusione favorevole al Comune delle plurime vertenze, anche perché è stata giudizialmente accertata la correttezza del nostro operato - il commento a margine del sindaco - Attendiamo ora di poter leggere le motivazioni della sentenza e ci riserviamo eventualmente di agire poi per quel che riguarda la richiesta di compensazione delle spese di lite fra le parti, dal momento che queste controversie hanno richiesto un esborso non indifferente di soldi dei cittadini».

(nella foto di copertina Luisa Spinelli, dipendente del Comune ed ex responsabile del settore Istruzione e Cultura)

Commenti
Marcello

Buongiorno, lo strumento per dare la giusta valutazione al contenzioso e' la documentazione presentata nella controversia. Si parla di riorganizzazione ma è riportato nell'atto aziendale di riferimento? La comunicazione del demansionamento in che modo è stato notificato e come mai non e' stato attribuito un incarico di pari livello? Nell'articolo pubblicato si fa riferimento al mobbing, quali sono gli episodi salienti? La figura dirigenziale è stata attribuita ad altra persona oppure il posto ricoperto dalla ricorrente non e' più contemplato nell'organigramma aziendale (poco plausibile). L'ultima domanda che formulo è come mai né il giudice né la normativa stabiliscono una linea guida che tenga in considerazione lo stato psicologico della persona che e' costretta a subire, in modo quasi passiva, le decisioni. Certo e' che la controversia e' stata sviscerata da piu organi. Magari,se si fosse agito con buon senso, ne la ricorrente ne i contribuenti avrebbero speso un fiume di denaro e magari la Corte dei Conti possa prendere spunto. Ora sarebbe bello leggere anche il pensiero espresso dalla ricorrente come atto dovuto per pari opportunità, magari sentire anche la sua versione aiuta a comprendere meglio la vicenda, altrimenti si rischia di dare voce solo al potere decisionale. Spero che queste mie parole diano spunto ad una riflessione piu ampia sulla vicenda. Grazie. Marcello

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