Fimer in difficoltà, i sindacati vogliono risposte sul futuro dell'azienda
I timori espressi da Fim e Fiom dopo l'avvio del concordato e degli ammortizzatori sociali e la difficoltà nel trovare nuovi partner.
Un piano di risanamento che non decolla a causa delle difficoltà nell'individuazione di nuovi soci investitori, e delle difficoltà di reperimento delle materie prime, dell'aumento aumento dei costi e dei ritardi nelle spedizioni e nei pagamenti dei fornitori.
Quadro preoccupante
E' un quadro preoccupante quello tracciato dalle sigle sindacali Fim Cisl e Fiom Cigil che nella mattinata di oggi, venerdì 13 maggio, hanno diffuso un comunicato in merito a quella che non esitano a definire "una condizione di criticità" della Fimer spa, azienda che ha la sua sede madre formalmente nel territorio di Usmate Velate, ma in realtà a ridosso dell'abitato di Velasca di Vimercate.
Fimer è un'azienda tra le più importanti in Italia per la produzione di inverter solari e nel sito di Usmate-Vimercate impiega ben 180 persone.
Una crisi che, secondo i sindacati, ha origine da un'operazione immediatamente precedente all'avvento della pandemia e che quest'ultima ha pesantemente aggravato. Situazione che ha costretto al pre-concordato e all'utilizzo di ammortizzatori sociali, con una conseguente situazione pesante di incertezza vissuta dai dipendenti.
L'acquisizione del marzo 2020
Nel comunicato congiunto le due sigle sindacali ricostruiscono quanto accaduto negli ultimi due anni, a cominciare dall'acquisizione del marzo 2020.
"Il marzo 2020 FIMER S.P.A (con sito allocato nel comune tra Vimercate -Usmate e con oltre 180 dipendenti) ha acquisito l'attività relativa agli inverter solari di ABB, assorbendo 450 persone nel sito di Terranuova Bracciolini (Arezzo) - si legge nel comunicato - Acquisizione fatta per rafforzare le attività connesse ai settori del fotovoltaico e della mobilità elettrica, con l’obiettivo aziendale di rendere omogenee le attività che presentavano differenze nelle lavorazioni e nel tipo di produzione e di realizzare un’interazione dei sistemi informativi riguardanti le attività produttive rispetto alla peculiarità dei siti produttivi".
La crisi dovuta alla pandemia e la mancanza di componenti
"Allo stesso tempo, oltre alle difficoltà causate dalla pandemia, si è aggiunto il problema della mancanza di componentistica - proseguono i sindacati - che ha causato dalla fine del 2020 e inizi del 2021, un rallentamento nella produzione e relativi incassi generando una mancanza di liquidità economica, che non ha permesso di mantenere una parte degli impegni assunti con i fornitori".
Da agosto 2021 la ricerca di un partner
"Dal mese di agosto 2021 - si legge ancora nel comunicato - l’azienda informa di avere avviato negoziazioni al fine di ottenere il supporto finanziario di un soggetto terzo che possa entrare nel capitale societario e che l’azienda sta attualmente valutando tre proposte in stato avanzato da parte di soggetti con competenze industriali che possono offrire garanzie di tipo finanziario assicurando che l'obiettivo perseguito dall'azienda è quello di arrivare all'accordo con uno dei tre soggetti investitori entro la fine dell'anno 2021, per dare continuità all’attività produttiva e dotare l’azienda di una più solida base finanziaria".
La domanda di pre-concordato
"Il 15 dicembre 2021 il dott. Calabi viene nominato amministratore unico della società - prosegue il comunicato - ed è stata presentata domanda prenotativa di concordato (il c.d. pre-concordato) con l’intenzione di proteggere la Società nel periodo di predisposizione del Piano al fine di negoziare un accordo di ristrutturazione del debito. L’azienda ha chiesto inoltre di usufruire della finanza di emergenza".
Il ricorso agli ammortizzatori sociali e le trattative
"La società ha comunicato lo sviluppo di un piano industriale e di risanamento da portare all’approvazione dell’assemblea, di lavorare ai fini dell’approvazione del bilancio 2020 e 2021 e, parallelamente, di condurre interlocuzioni con terzi investitori interessati ad entrare nel capitale della società, auspicando che la negoziazione possa concludersi per fine del mese di febbraio 2022 - si legge ancora nel comunicato - Questa situazione ha comportato la necessità di ricorrere agli ammortizzatori sociali, e al contratto di solidarietà stipulato nel mese di gennaio 2022 per il sito di Vimercate. Il 10 febbraio 2022 la società comunica che è in trattativa con 15 potenziali investitori interessati, il 15 marzo 2022 l’azienda prevede di formalizzare un possibile accordo in esclusiva con i soggetti finanziari interessati. Il 15 aprile 2022 i vertici aziendali hanno spiegato che sono presenti tre offerte più una manifestazione d’interesse: Il fondo Certina, il fondo Attestor, il fondo Clementy e una manifestazione di interesse dal fondo di investimento americano Atlas; precisando che non c’è nessun soggetto industriale presente.
Prorogato il concordato
"Emerge inoltre, la richiesta da parte della proprietà di ulteriori sessanta giorni di proroga del concordato senza aver concesso l’esclusiva ad alcun soggetto in quanto vi è il rischio che il Tribunale possa non concedere effettivamente la proroga. L’auspicio della presentazione dell’esclusiva da parte di un soggetto finanziatore per l’ennesima volta non si conclude e di conseguenza si richiede la disponibilità ad incontri riservati con i soggetti interessati. Dai due incontri successivi con i fondi interessati Certina e Attestor emerge che nessuna esclusiva è stata sottoscritta, in quanto è in valutazione l’investimento. Il 5 Maggio 2022 Il Tribunale di Arezzo ha deciso di concedere altri 60 giorni di proroga al concordato, che era in scadenza".
Le preoccupazioni dei sindacati: "Lavoratori in fuga"
Fim e Fiom, esplicitano quindi le loro preoccupazioni e chiedono anche il coinvolgimento del sindaco di Usmate Velate.
"Si riuscirà ad avere un vero piano industriale? - chiedono i sindacati - Un piano definitivo per salvare produzione e occupazione? Un piano per tornare in bonis? Un piano economico e industriale di cui il Tribunale di Arezzo dovrà riconoscerne l’attuabilità.
Come OO.SS. FIM Monza Brianza Lecco e Fiom Brianza sollecitiamo unanimemente la proprietà a fornire elementi concreti, abbiamo inviato una lettera con richiesta d’incontro coinvolgendo il Sindaco di Usmate che si è resa disponibile a incontrarci
e abbiamo chiesto alla proprietà un eventuale piano alternativo nel caso in cui le trattative in corso non andassero in porto.
Manifestiamo preoccupazione per la continua e diminuita capacità produttiva dello stabilimento di Vimercate e per il conseguente problema di disponibilità di cassa, chiediamo garanzie sia a tutela dei livelli occupazionali che per le ricadute
sull’indotto locale. L’ulteriore dilatarsi del tempo, continua ad aumentare l’amarezza e la preoccupazione tra lavoratrici e lavoratori, e i dipendenti con professionalità continuano a andarsene, danno le dimissioni, con il ciclo produttivo che rallenta per
le difficoltà di reperire le materie prime. La preoccupazione primaria delle lavoratrici e lavoratori FIMER, che hanno deciso
responsabilmente di tutelarsi eleggendo i propri rappresentanti sindacali interni pochi mesi fa, consiste nell’affrontare il quotidiano, ricevere lo stipendio e avere risposte sul proprio futuro lavorativo e creando sempre più sfiducia alla mancanza di
risposte certe ma soprattutto sulla concreta possibilità di ripresa delle commesse".