Fine vita: Cappato assolto per suicidio assistito di Dj Fabo, ma ora serve una legge
Storica apertura dei giudici costituzionali, in casi ben precisi.
La decisione della Consulta è arrivata dopo due giorni di attesa e una lunghissima camera di consiglio. Una sentenza storica: i giudici costituzionali aprono al suicidio assistito in casi ben precisi come quello di dj Fabo, che ha dato il via a questo percorso giudiziario.
Fine vita: Cappato assolto
La Corte in particolare ritiene non punibile chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio - autonomamente e liberamente formatosi - di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli.
Suicidio assistito per Dj Fabo
Dunque non è punibile il radicale vedanese Marco Cappato che rischiava fino a 12 anni di carcere per aver accompagnato DJ Fabo in una clinica Svizzera. Il quarantenne milanese aveva espresso pubblicamente la volontà di porre fine alle proprie sofferenze.
"E' un diritto e sarà un diritto"
Cappato si era autodenunciato dopo averlo portato in Svizzera:
“E’ un diritto e sarà un diritto per le persone che sono e che si troveranno in quelle condizioni: essere aiutati nella legalità invece che subire nella clandestinità”.
Le reazioni: plauso da Englaro
Reazioni di segno opposto sulla sentenza della Consulta. Molto dura quella dei vescovi italiani che con una nota esprimono forte preoccupazione, mentre per Beppino Englaro padre di Eluana, Marco Cappato è stato un pioniere e merita di essere ringraziato.
Ma ora serve una legge
Nella sentenza la Consulta ha posto dei paletti e soprattutto ha nuovamente ribadito la necessità di un intervento del legislatore.
Anche il procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano, che aveva chiesto l'assoluzione di Cappato, parla di un passo molto importante, ma si dice dispiaciuta per la mancanza di un intervento del Parlamento.
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