Gaza, decine di lenzuoli bianchi per dire basta alla guerra
In piazza sono scese le associazioni civili e tante persone che hanno chiesto l'immediato cessate il fuoco

Decine e decine di lenzuoli bianchi, arrivati da Lissone e dalla vicina Vedano al Lambro, per chiedere il cessate il fuoco e lo stop al massacro dei civili a Gaza e in tutta la Palestina.
L'appello per Gaza
In piazza 4 Novembre a Lissone sabato della scorsa settimana c’erano anche gli attivisti di Pace Fatta, la realtà vedanese che da sempre si batte (anche) per i diritti delle popolazioni civili coinvolte in tutti i conflitti armati.
È passato più di un anno dalla serata in cui abbiamo approfondito il conflitto arabo-israeliano e nulla è cambiato, nessun passo oltre l'odio e la consapevolezza che la politica internazionale nulla fa per far tacere le armi. La tragedia di Gaza non ci può lasciar indifferenti ed è la dimostrazione che la guerra non è la soluzione alle controversie. Parlare di “Pace Fatta”, anche nel senso letterale delle parole, è parlare di un auspicio, di una visione per una terra martoriata in cui due popoli possano convivere nel rispetto, nell'ascolto e nel riconoscimento reciproco. Ora tacciano le armi e si intervenga velocemente con aiuti umanitari».
Ha spiegato il referente vedanese Roberto Vertemati. Un appello alla pace per cercare anche di fare il punto della situazione sulla situazione geopolitica di una delle zone più calde del pianeta.
La mobilitazione per la pace
Al presidio - in concomitanza anche in altre città di tutta Italia - erano presenti pure Anpi, ResQ, QDonna, Emergency MB, Amnesty international e il Circolo Don Bernasconi. Con loro tantissimi cittadini scesi in piazza per chiedere la pace.
Abbiamo voluto portare un piccolo segno di umanità nel mare di orrore che è oggi quella stretta striscia di territorio palestinese - ha evidenziato Anna Pedrarchetti, presidente di Equigas Lissone, tra gli organizzatori dell’evento - La conta giornaliera dei morti ci lascia un senso di solitudine. Ci sentiamo impotenti davanti a tutto ciò. Sappiamo bene che la questione israelo-palestinese è storia lunga che si accartoccia su promesse, accordi e tregue violate da entrambe le parti.
Presente davanti alla biblioteca anche una piccola delegazione della popolazione palestinese brianzola.
Siamo di fronte a un cortocircuito: i diritti umani, conquistati dopo la devastazione delle due guerre mondiali, sono calpestati quotidianamente con la complicità del mondo occidentale. A Gaza si possono bombardare ospedali, università e luoghi di culto senza che nessuno batta ciglio. Nemmeno i cosiddetti “luoghi sicuri” sono più sicuri.
Ha aggiunto l'associazione promotrice dell'iniziativa. In piazza era presente anche l'ex sindaco di Lissone Concetta Monguzzi con i rappresentanti di tante associazioni civili e di volontariato della zona e arrivate da tutta la Brianza.
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Quindi siccome i terroristi di Hamas si nascondono lì dobbiamo accettare 54.000 morti come effetti collaterali? Ero presente a Lissone, nessun can can, nessun fastidio, ma tante persone a ribadire no allo sterminio disumano del popolo Palestinese.
Dopo tutto questo cancan, che tanti fastidi e problemi causa ai cittadini, cambierà qualcosa? Ovviamente no e a nessuno viene in mente che chiese, scuole ed ospedali vengono colpiti perchè Hamas si nasconde vigliaccamente lì sotto.