Per non dimenticare

Giorno della Memoria: a Monza posate sette pietre d'inciampo

Questa mattina erano presenti i familiari dei concittadini deportati

Giorno della Memoria: a Monza posate sette pietre d'inciampo
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Giorno della Memoria: posate sette pietre d'inciampo. Nella mattinata di oggi - giovedì 27 gennaio 2022 - Monza ha voluto commemorare i deportati monzesi dell'Olocausto.

Giorno della Memoria

Dopo la cerimonia ufficiale che si è tenuta nel Bosco della Memoria di via Messa, il sindaco Dario Allevi si è recato in sette diversi luoghi della città, corrispondenti alle abitazioni di altrettanti monzesi deportati, per scoprire le pietre di inciampo realizzate dall’artista tedesco Gunter Demnig. Le pietre, che sono state scoperte alla presenza dei familiari, ricorderanno per sempre la memoria di: Enrico Bracesco (la pietra si trova in via Dante 45); Carlo Samiolo, (via Volta 15); Pietro Massari (via Col di Lana 17); Federico Gaviraghi (via Mozart 16); Angelo Beretta (via S. Alessandro 5); Luigi Montrasio (via Marco d’Agrate 21) e Giorgio Levi (via Pretorio 2).

“Questa posa risponde al bisogno primario di avere Storia e Storie da tramandare - ha commentato il sindaco Dario Allevi - In primo luogo per ricostruire vite cancellate. Ma anche e soprattutto per il dovere di trasmettere ai più giovani insegnamenti indispensabili per comprendere il passato e per costruire il futuro”.

Ecco le loro storie: Enrico Bracesco

Enrico Bracesco era nato il 10 aprile 1910 a Monza, lavorava come capo attrezzista nella sezione V della Breda alla costruzione di aerei e materiale bellico durante il giorno mentre la notte collaborava attivamente con i gruppi partigiani della Brianza. E’ stato uno degli organizzatori dei primi scioperi del marzo 1943 e per questo venne processato e condannato a un anno con la condizionale. Nella notte del 4 novembre 1943 trasportò armi e materiale destinato ai partigiani e dopo la consegna riuscita venne intercettato dalla polizia fascista. Durante la fuga il suo mezzo si capovolse tranciandogli una gamba. Venne arrestato e condotto in ospedale. Appena fuori pericolo fuggì, si nascose presso parenti ma, in seguito a una delazione, venne nuovamente arrestato. Venne incarcerato e subì terribili interrogatori. Dal Binario 21 della Stazione di Centrale di Milano fu trasferito al campo di Fossoli; da lì, dopo tre mesi, venne mandato al campo di Bolzano e, infine il 7 agosto venne deportato a Mauthausen su un carro bestiame. Venne assassinato il 15 dicembre 1944 nel terribile Castello di Hartheim, centro di sperimentazione medica nazista legata al folle progetto Aktion T4.

Giorgio Levi

Giorgio Levi era nato a Modena il 28 settembre 1889, sposato con due figli, risiedeva a Monza in via Pretorio. Aveva un negozio di tessuti. Venne arrestato il 4 dicembre 1943 a Monza in quanto ebreo. Fu incarcerato a S. Vittore e successivamente fu trasferito al campo di concentramento di Fossoli. Venne poi deportato ad Auschwitz il 6 agosto 1944. Morì il 18 gennaio 1945 durante una cosiddetta “marcia della morte”.

Luigi Montrasio

Luigi Montrasio nacque a Monza il 23 marzo 1909 nel quartiere di Sant’Albino, lavorava come falegname modellista alla Caproni aereonautica. Venne arrestato dalle milizie fasciste sabato 11 marzo 1944 per un caso di omonimia nella sua casa di Via Marco d’Agrate 21. Fu deportato a Mauthausen dove gli fu assegnato il numero di matricola 59001. Venne poi inviato a Gusen dove morì il 19 maggio 1944.

Carlo Samiolo

Carlo Samiolo nacque il 7 marzo 1895 a Guarda Veneta in provincia di Rovigo. Visse a Monza in via Volta 15. Ricopriva il ruolo di Capo dell’Ufficio del personale della sezione V della Breda. Non aprì bocca quando le forze di polizia gli intimarono di riferire l’elenco degli aderenti agli scioperi del ’44. Fu quindi arrestato con l’accusa di essere un complice della resistenza. Venne incarcerato prima a Milano e poi nel campo di Fossoli. Fu deportato a Mauthausen e in seguito a Gusen. Venne ucciso il 22 aprile 1945 insieme ad altri 630 prigionieri, asfissiato con l’acido cianidrico.

Angelo Beretta

Angelo Beretta nacque a Monza il 7 ottobre 1923 e risiedeva in via San Rocco 11. Era un militante del C.L.N. della Falck di Sesto San Giovanni. Celibe, apparteneva a una famiglia di antifascisti. Lavorava come tornitore alla Falck Union Oman. Fu catturato dai fascisti e in seguito consegnato ai nazisti che lo deportarono a Mauthausen dove gli fu assegnato il numero di matricola 58708. Il 24 marzo 1944 venne trasferito a Gusen dove rimase fino al 16 aprile 1944. Da lì venne poi destinato a Wien Schwechat. L’ultimo trasferimento fu verso Wien-Hinterbruhl. Il 31 marzo 1945 venne ucciso con un’iniezione di benzina al cuore in quanto ritenuto non idoneo a sostenere la marcia di trasferimento al campo di Florisdorf.

Pietro Massari

Pietro Massari nacque a Monza il 29 settembre 1906. Sposato con Maria Vailati risiedeva in via Col di Lana 17. Lavorava come operaio manovale alla Breda sezione II. Fu deportato a Mauthausen dove gli fu assegnato il numero di matricola 58974. Venne poi spostato a Gusen per poi essere definitivamente trasferito a Ebensee. Venne fatto lavorare come schiavo nello scavo delle gallerie che avrebbero ospitato gli impianti per la costruzione di missili e nelle fabbriche di motori per carri armati. Morì il 15 dicembre 1944.

Federico Gaviraghi

Federico Gaviraghi nacque a Monza il 9 gennaio 1903 e risiedeva in via Mozart 16. Artigiano conciatore era coniugato con Assunta Oggioni e padre di 4 figli. Il 10 luglio 1944 venne arrestato, in quanto antifascista, a Monza per un accertamento della polizia politica. Venne successivamente portato a San Vittore. Fu poi deportato a Dachau. Venne trasferito in seguito nel campo dipendente di Ueberlingen dove morì a causa della denutrizione e delle sevizie subite il 13 dicembre 1944.

 

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