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Gli Alpini monzesi nell'inferno di acqua e fango delle Marche

I volontari in aiuto alla popolazione colpita dall’alluvione

Gli Alpini monzesi nell'inferno di acqua e fango delle Marche
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Troppa pioggia in troppo poco tempo. Una piena che gli argini del fiume non sono riusciti a contenere. E l’inferno di acqua e di fango si è abbattuto sul territorio.

Gli Alpini monzesi nelle Marche

Anche la sezione di Monza dell’associazione nazionale Alpini è intervenuta nelle Marche per aiutare la popolazione colpita dall’alluvione che ha devastato la regione tra giovedì 15 e venerdì 16 settembre.

I sei volontari monzesi (di cui un caposquadra e due specialisti movimento terra) hanno trascorso cinque giorni a Pianello di Ostra, in provincia di Ancona, una delle aree maggiormente ferite.

Un Comune di poche migliaia di anime sparse per le diverse frazioni, che nell’alluvione ha perso quattro persone (il più giovane aveva solo 25 anni) i cui funerali sono stati celebrati mercoledì dal vescovo della diocesi di Senigallia.

Un paese distrutto

"Quando siamo arrivati, martedì scorso, la situazione era molto critica - ha spiegato Gian Paolo Longhi, uno dei capisquadra della Protezione civile della sezione di Monza dell’associazione nazionale Alpini - L’intervento nelle Marche ha interessato le sezioni di diverse Regioni oltre alla Lombardia, parlo soprattutto di Veneto e Toscana. Ci siamo divisi in gruppi di lavoro e ci siamo subito messi all’opera".

Il primo passo è stato quello di recuperare l’abitabilità degli edifici, di liberare dal fango box e cantine e di ripulire le aree di circolazione. "I segni dell’acqua sugli edifici parlavano chiaro: la piena aveva raggiunto i due metri di altezza nella parte del paese più vicina al fiume Misa, devastando case, negozi, travolgendo auto e, soprattutto, uccidendo quattro persone", ha proseguito Longhi.

Una volta defluita l’acqua, è rimasto il fango. "Trenta centimetri di fanghiglia che abbiamo rimosso utilizzando carriole e badili, oltre ai mezzi della colonna mobile".

Gli interventi degli Alpini

La giornata lavorativa dei volontari monzesi cominciava alle 8 per terminare intorni alle 19, "anche se alcuni giorni rimaniamo impegnati fino alle 20.30 perché gli interventi da effettuare sono numerosissimi. Il primo giorno, ad esempio, abbiamo dovuto liberare il ponte sopra il fiume dai detriti".

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I momenti di commozione

L’impegno e il coraggio agli Alpini monzesi non mancano. Come non sono mancati i momenti di commozione. "Mercoledì scorso il paese ha dato l’ultimo saluto a chi ha perso la vita in questo inferno. Tra loro, anche un padre e un figlio che stavano cercando di liberare la loro auto e che sono stati travolti dall’ondata di piena".

I detriti che bloccavano strade e ponti

Le difficoltà, per gli Alpini monzesi, non sono certo nuove come ha sottolineato Marco Pellucchi, "ma la situazione a Pianello di Ostra era davvero complicata - ha affermato l’Alpino - Quando siamo arrivati molte case erano ancora sommerse dal fango. Senza dimenticare il ponte che doveva essere liberato per permettere i funerali delle persone che hanno perso la vita nell’alluvione. Si dovevano eliminare i detriti e gli alberi che l’acqua aveva trascinato via e che erano rimasti incastrati lungo i parapetti. Abbiamo finito la sera tardi, ma lo dovevamo alle quattro persone che purtroppo non sono riuscite a salvarsi".

L'accoglienza della popolazione

Un impegno portato a termine come molti altri. Sabato mattina gli alpini monzesi sono rientrati in città. "Ci hanno dato il cambio altre sezioni - ha concluso Pellucchi - Di questa esperienza ci rimarrà il sorriso della popolazione che, nonostante tutto, ci ha riservato fin dal nostro arrivo".

"Prevenire per evitare disastri"

Proprio all’alluvione devastante che ha travolto le Marche ha fatto riferimento anche il presidente del Consiglio comunale Cherubina Bertola in apertura di Consiglio comunale di settimana scorsa chiedendo un minuto di silenzio in ricordo delle vittime e auspicando: "Ciò che si può fare è prevenire perché non si arrivi a questi disastri che ormai non sono più estremi ma purtroppo sempre più frequenti, siamo richiamati tutti a vigilare e a fare ognuno quello che può per combattere il cambiamento climatico e come Amministrazioni a prendere scelte che fronteggino il problema".

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