Giussano

Gli alpini salutano l'amico Graziano Rosan

Socio storico aveva partecipato a diversi progetti di volontariato in Tanzania

Gli alpini salutano l'amico Graziano Rosan
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Cordoglio a Giussano per la scomparsa del bironese Graziano Rosan: «penna nera» sin da giovane aveva partecipato a diversi progetti di volontariato in Tanzania per costruire pozzi e contribuito a costruire la Baita degli Alpini.

Storico socio delle penne nere

Ha posato la zaino a terra... e se n’è andato. Questa la frase di ricordo che hanno voluto lasciare i suoi amici alpini. Grande cordoglio tra il Gruppo alpini di Giussano per la scomparsa di Graziano Rosan, storico socio che per tanti anni ha fatto servizio alla Baita di via De Gasperi e che a lungo ha dedicato il suo tempo e impegno nella Protezione civile alpina, partecipando anche a tanti progetti per costruire pozzi d’acqua in Tanzania. Per quasi 25 anni ha gestito il bar  e gli affitti della Baita, sia nella vecchia sede poi in quella nuova. Grande è stato anche il suo contributo nella ristrutturazione della Baita in Val Grosina che gli Alpini gestiscono da oltre 57 anni.

La famiglia

Rosan è stata una di quelle «penne nere» sempre pronte a dare un aiuto incarnando perfettamente lo spirito e i principi degli alpini. Si è spento sabato 3 agosto, il giorno prima del suo 73esimo compleanno. Originario del Veneto, precisamente di Jesolo era arrivato in Brianza da bambino; viveva a Birone con la moglie Loredana, di cui si è molto occupato a causa dei suoi problemi di salute e aveva una figlia, Arianna e due nipotini, che adorava.

Il ricordo della figlia

«Papà era una persona molto generosa, affettuosa, piena di premure per tutti noi, che si è sempre molto speso per gli altri, ma anche per la sua famiglia - ricorda commossa la figlia - aveva gli alpini nel cuore che considerava un’altra sua famiglia. Ha partecipato a tanti progetti in Africa, dandosi da fare anche grazie alle sue capacità da gran lavoratore. Era un muratore e sapeva fare tutto. Collaborava in parrocchia, partecipava alla colletta alimentare, ma più semplicemente laddove c’era qualcosa da fare, lui si faceva avanti, con tutti».

Da parecchi anni indossava con orgoglio quel cappello con la penna nera, sempre a disposizione per dare una mano, l’ha fatto fino a che ha potuto.

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