Monza

"Gli impianti sportivi nel Parco? Una maledizione"

I rappresentanti dei comitati ambientalisti tornano a puntare il dito contro le strutture di diversi sport presenti nel complesso monumentale monzese, per loro da destinare invece al verde

"Gli impianti sportivi nel Parco? Una maledizione"
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Dal recupero della pista da hockey, alla presenza del tennis e del golf, passando per il progetto di restyling della piscina, chiusa ormai da anni. I comitati ambientalisti tornano a puntare il dito contro la presenza degli impianti sportivi all’interno di Parco e Villa Reale di Monza.

"Tra i progetti del Masterplan meritevoli, secondo noi, di un giudizio positivo, vi è la rinaturalizzazione dell’area nei Giardini Reali, attualmente occupata dai ruderi della pista di hockey - hanno spiegato Bianca Montrasio e Roberto D’Achille, rappresentanti del Comitato per il Parco e La Villa Reale è anche mia - Questo progetto andrebbe a riprendere il percorso di rinascita del complesso monumentale iniziato con l’eliminazione dell’ippodromo che ha consentito il recupero del quadro paesaggistico del Mirabello e del Viale dei Carpini, che di nuovo collega le ville duriniane". Nello stesso tempo "allineerebbe gli interventi di restauro del monumento con i dettami europei e dell’Onu finalizzati al risanamento ambientale".

La divergenza di vedute tra comitati ambientalisti e appassionati di rotellistica

Rispetto al progetto, appassionati di rotellistica hanno avanzato recentemente la proposta di restaurare l’impianto dell’hockey negli stessi spazi dei Giardini Reali, motivandola con le glorie passate di Monza in questo sport.

"Mentre condividiamo queste motivazioni, e l’opportunità di dotare di nuovo Monza di un impianto capace di ospitare manifestazioni nazionali e internazionali nel campo della rotellistica, siamo assolutamente contrari a un rifacimento dell’impianto nello spazio storico dei Giardini Reali", hanno precisato.
"Un impianto adeguato richiederebbe infatti spazi e strutture adeguate e libere da vincoli, che non possono essere trovati con l’ulteriore degrado dei Giardini Reali - hanno osservato - Occorre prendere coscienza dell’assoluta incompatibilità di quella che fu l’Imperial Regia, di eccezionale rilievo storico italiano ed europeo, opera di architetti e paesaggisti del calibro di Giuseppe Piermarini e Luigi Canonica, con impianti sportivi che richiedono spazi dedicati e flessibili secondo le esigenze e le mutazioni di sport di vasto impatto".

"Le strutture sportive nel Parco hanno sempre fallito" dicono perentori

Questa incompatibilità, hanno proseguito, "è testimoniata dalle devastazioni, dallo sperpero di ingenti risorse economiche, dai fallimenti che hanno contrassegnato le strutture sportive realizzate nel secolo scorso nel Parco: dall’ippodromo, al cosiddetto anello di alta velocità, un ecomostro rifiutato dai piloti e fallito due volte, che deturpa una vasta parte del Parco particolarmente pregiata, alla piscina, alla pista di hockey".
Gli ambientalisti hanno anche voluto ribadire la loro "ferma opposizione al restauro della piscina, un impianto di rilevanza locale spacciato come 'olimpionico', recentemente approvato dal Consorzio, che comporterebbe uno sperpero di 800 mila euro di risorse pubbliche, con ulteriori devastazioni e compromissione dell’obiettivo, a parole conclamato, dell’inclusione del monumento tra i beni patrimonio dell’umanità dell’Unesco".

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Come unica via per il Parco vedono la rinaturalizzazione

Due le strade che andrebbero seguite, sostengono Montrasio e D’Achille. "Si deve proseguire con il restauro del complesso monumentale, con la rinaturalizzazione delle aree occupate dai ruderi dei vecchi impianti (anello di alta velocità, piscina, hockey), l’allontanamento del tennis, la riconduzione del golf al disegno paesaggistico originario. E inserendo contestualmente nel Pgt un piano specifico degli impianti sportivi cittadini di lungo respiro, con particolare riferimento alla rotellistica, al tennis, al nuoto.
Un piano basato sul recupero di aree dismesse e di virtuosi paternariati pubblico-privato. Occorre una volta per tutte liberare Villa e Parco dalla ancora incombente 'maledizione' degli impianti sportivi".

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