Monza

Guardia medica e Casa di comunità nel futuro dell'ospedale vecchio

Nella struttura sarà realizzato anche un ospedale di comunità.

Guardia medica e Casa di comunità nel futuro dell'ospedale vecchio
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Nei giorni scorsi i comitati cittadini hanno organizzato un  flash mob auspicando nell'ospedale vecchio una struttura che risponda ai bisogni della città.

Casa e ospedale di comunità

Del futuro del vecchio ospedale ha parlato il direttore socio-sanitario di Asst Monza Gianluca Peschi.

«La progettualità riguarda la realizzazione di una Casa della comunità hub e di un ospedale di comunità all’interno del vecchio ospedale - ha spiegato - E’ prevista la realizzazione di Case della comunità ogni 50mila abitanti. Oltre a quella nell’ex ospedale ne saranno realizzate una a Cederna, una a San Fruttuoso e una Brugherio. Trattandosi di un hub quella nell’ex ospedale avrà dei servizi in più rispetto alle altre».

Tra i servizi ci saranno un punto prelievi e la sede della guardia medica oltre a nuovi servizi. Per quanto riguarda l’ospedale sdi comunità, che troverà sempre spazio nell’area del vecchio ospedale, è prevista invece la realizzazione di 20/30 posti letto. L’avvio del cantiere per la realizzazione delle due strutture di carattere socio sanitario è previsto nei primi mesi del 2022 con gli immobili che potrebbero essere pronti l’anno successivo.

«In questo caso si tratta della valorizzazione di un patrimonio pubblico con la realizzazione di un polo pubblico» ha concluso Peschi.

Flash mob

Una struttura che risponda ai bisogni della città. E’ stato il tema del flash mob, promosso dal comitato Salviamo l’ospedale ex San Gerardo e dal coordinamento dei comitati di Monza giovedì pomeriggio davanti all’ingresso dell’Umberto I. Ad aprire l’evento, cui hanno partecipato una ventina di persone, è stato Villy Deluca del comitato Salviamo l’ospedale, che ha espresso la sua preoccupazione per il futuro della struttura che, per ben due volte è stata messa in vendita, la prima per 50 milioni e la seconda per 30, con le due aste che sono andate deserte. La preoccupazione espressa dai comitati durante il flash mob si è concentrata sulla eventuali realizzazioni residenziali che potrebbero sorgere nell’area del vecchio ospedale. Case e nuovi residenti che, secondo gli esponenti dei comitati, non farebbero altro che congestionare l’area. L’accento sulle eventuali realizzazioni residenziali è stato posto dal leader del coordinamento dei comitati Giorgio Majoli.

«L’accordo di programma del 2008 confermato nel 2018 prevede costruzioni per 120mila metri cubi pari quindi a dodici palazzi di otto piani - ha spiegato - Quello che chiediamo è una modifica dell’Accordo di programma in chiave pubblica».

Associazione paraplegici Lombardia

Presente al flash mob anche un rappresentante dell’Associazione paraplegici Lombardia che, sull’area del vecchio ospedale ha presentato un’istanza.

«Chiediamo di recepire l’istanza per la realizzazione di un residence sanitario a bassa assistenza sanitaria che preveda la ristrutturazione di un padiglione del vecchio ospedale - ha spiegato Marco Biffi - Due padiglioni si prestano a tale riconversione: il padiglione ex infettivi e il padiglione ex Pneumologia».

Secondo la richiesta del sodalizio, la struttura potrebbe essere inserita in un contesto che preveda la presenza di un infermiere che al mattino e alla sera aiuti i tetraplegici ad alzarsi e ad andare a letto e quella di un medico.

«La struttura potrebbe avere miniappartamenti per coloro che hanno difficoltà a trovare abitazioni adeguate e spazi per i viaggiatori para e tetraplegici che non sempre trovano alberghi che rispondono alle loro esigenze»,

ha spiegato Biffi sottolineando come si tratterebbe di un unicum in tutta la Lombardia. Biffi ha anche spiegato come, se non fosse possibile utilizzare uno dei padiglioni del vecchio ospedale, l’istanza resterebbe valida per altri immobili dismessi di proprietà pubblica presenti  in città.

 

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