I comitati ambientalisti stroncano il Masterplan
Tutte le critiche al documento che va a delineare Villa Reale e Parco
Da tempo chiedevano un incontro pubblico sul Masterplan, il documento (la cui presentazione ufficiale si terrà oggi pomeriggio a Palazzo Lombardia) che delinea il futuro di Villa Reale e Parco di Monza, redatto dagli studi di professionisti incaricati dalla Regione e che rientra nell’ambizioso piano di rilancio del comparto del valore complessivo di cinquantacinque milioni. Incontro che mai c’è stato.
"Nessun percorso condiviso"
E alla fine, i comitati ambientalisti, hanno fatto da sé, organizzando loro stessi un momento di riflessione aperto alla cittadinanza. Nell’auditorium del Nanni Valentini, i rappresentanti del Comitato Parco e La Villa Reale è anche mia - sostenuti dalla rete delle realtà ambientaliste cittadine - hanno messo in luce quelle che giudicano pecche e mancanze del documento in sé (per lo meno dei particolari che sono trapelati), ma anche delle sue premesse, senza tralasciare «la totale assenza di un percorso di partecipazione pubblica in corso d’opera».
Un incontro il cui invito era allargato all’Amministrazione comunale che però non è potuta essere presente per impegni pregressi. Della Giunta c’era solo Giada Turato, ma in veste di ascoltatrice e non di assessora.
"Manca ricostruzione storica"
Tornando al documento e alla sua genesi, a mancare, ha spiegato Giacomo Correale, «è stata una seria ricostruzione storica, necessaria per individuare l’identità del complesso monumentale. Ma mancano pure i richiami agli studi e ai piani precedenti. Ne consegue l’impressione di una certa frettolosità che sembra ignorare vicende rilevanti quali l’avvenuto ripristino del viale dei carpini tra Mirabello e Mirabellino o il danno rappresentato al disegno del Parco dal mantenimento delle due curve sopraelevate: un rudere pericolante il cui abbattimento è stato previsto da numerosi strumenti urbanistici».
"Scelte aberranti"
Molte scelte inserite nel Masterplan «risultano non condivisibili - ha affondato Bianca Montrasio del Comitato per il Parco e La Villa Reale è anche mia - Il cambio di destinazione d’uso del Serrone, con l’ipotesi di inserirvi attività commerciali, è aberrante, giustamente non condivisa dal Comune di Monza. Così come la riconferma del restauro delle sopraelevate, quando molti strumenti urbanistici passati ne prevedevano la demolizione».
Il nodo delle concessioni
A non piacere è anche «il numero esorbitante di cascine trasformate in punti di ristoro, nonché la frammentazione del disegno originario causato dall’inserimento delle grandi concessioni. Il Masterplan sostiene una politica delle concessioni che riconferma il carattere privatistico di oltre il 50 per cento della superficie del Parco (tutta la parte nord con autodromo e golf e il tennis club a sud), a cui si aggiungono le destinazioni commerciali di molti fabbricati». Del tutto assenti sono al contrario «le specifiche sulla destinazione culturale del complesso Villa Reale e delle cascine che si salvano dalla commercializzazione».
La fermata della metro
Esercizi commerciali, cittadella sportiva, ma pure una fermata della M5 proprio all’interno del Parco. «Manca una valutazione approfondita dell’impatto che quest’ultima potrà avere - ha concluso Montrasio - Potrebbe andare a incidere negativamente in termini di taglio di alberi, asfaltatura e utilizzo del parcheggio come interscambio per altre destinazioni».
"Serve uno strumento urbanistico adeguato"
Da parte sua Giorgio Maioli di Legambiente Monza ha voluto porre l’attenzione sugli strumenti urbanistici. «L’attuale Masterplan non è uno strumento adatto per il restauro di un complesso storico-culturale come quello costituito da Parco e Villa Reale. Riteniamo che lo strumento più adatto a tale scopo sia quello del Piano Particolareggiato con le sue chiare procedure di redazione, adozione e approvazione. Pensiamo sia necessario uno strumento normato da legge e non un semplice documento di indirizzo, di gestione, di marketing».