I genitori fanno ricorso al Tar: no alla settimana corta
Una quarantina di famiglie sono contrarie e in 23 si sono già rivolte ad un avvocato
Ventitre famiglie di Paina di Giussano si sono rivolte ad un avvocato e hanno avviato un ricorso al Tar "contro" la settimana corta che dovrebbe partire dal prossimo anno scolastico a Paina. Il 7 marzo ci sarà la prima udienza udienza
Genitori dall'avvocato
Non vogliono la settimana corta e fanno ricorso al Tar. Sono ventitré le famiglie di Paina che si sono rivolte ad un avvocato per procedere con un ricorso al Tribunale amministrativo «contro» la settimana corta che dal prossimo anno scolastico dovrebbe essere attivata all’Istituto comprensivo della frazione.
Il ricorso al Tar è partito la settimana scorsa e il 7 marzo ci sarà la prima udienza.
Il sondaggio non è piaciuto
Una quarantina, in realtà, le famiglie che hanno sottoscritto la petizione avviata dai genitori subito dopo l’esito di un sondaggio - proposto lo scorso novembre - che si è svolto nelle varie scuole sulla settimana corta e quella lunga, ma a rivolgersi all’avvocato di fatto sono state poco più della metà.
Ha vinto il sì alla settimana corta, seppure con numeri non troppo rappresentativi della complessità e da qui una serie di polemiche e malumori tra le famiglie, finite di recente con il ricorso.
Una quarantina di famiglie sono contrarie
«Siamo in 23 famiglie ad aver avviato il ricorso, 46 firmatari, ma le famiglie contrarie sono molte di più, una quarantina - ha spiegato uno dei genitori firmatari - il sondaggio proposto è un sondaggio falsato, che non esprime la totalità delle famiglie e non è sufficientemente rappresentativo. La nostra richiesta è molto chiara: vogliamo che si mantenga l’orario attuale e quindi la settimana lunga, almeno fino alla conclusione del ciclo scolastico dei nostri figli».
I genitori infatti non sono contrari alla settimana corta tout court, ma chiedono che l’orario ridotto possa essere valido solo per le nuove iscrizioni e nuovi alunni e non per i propri figli che già frequentano anche al sabato.
«Il problema della settimana corta si pone anche per le famiglie degli alunni con disabilità, che al pomeriggio frequentano strutture ad hoc, con la settimana corta sarebbero costretti a due rientri e quindi a dover modificare anche gli orari e le attività nei centri socio-assistenziali solitamente frequentati - ribadisce uno dei genitori - abbiamo capito che in generale la settimana corta va per la maggiore, ma per i nostri figli che già frequentano la scuola e per le famiglie che l’hanno scelta in base ad un certo orario, è un problema. Attendiamo quindi di capire cosa dirà il giudice del Tar».