Monza

«I giardini del Nei sono terra di nessuno»

L’accoltellamento di un 25enne e l’arresto dei tre aggressori ha riportato alla ribalta una situazione annosa. La Consulta Centro chiede più sicurezza

«I giardini del Nei sono terra di nessuno»
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Un cancello, già esistente, che di norma andrebbe chiuso la sera ma che invece resta sempre aperto. Basterebbe questa semplice accortezza per alzare non di poco la sicurezza dei giardini attorno al Nei, in via Enrico da Monza. Ne sono convinti residenti, commercianti e pure la Consulta Centro San Gerardo, che da tempo ha in corso un tavolo di sicurezza col Comune.
Quei giardini sono stati teatro, lo scorso 20 giugno, dell’accoltellamento di un 25enne ecuadoriano da parte di tre latinos, arrestati poi il 23 luglio dalla Squadra Mobile. Il 25enne s’è salvato grazie all’intervento di un suo amico.

«I giardini del Nei sono terra di nessuno»

«I giardini del Nei sono già dotati di recinzione e cancello -osserva Riccardo Zakian, vice coordinatore della Consulta Centro San Gerardo nonché commerciante in via Bergamo, quindi doppiamente interessato al tema- perché comprendono una pista di pattinaggio, giochi, attrezzature per il calisthenics: basterebbe che questo cancello fosse chiuso alla sera, come dovrebbe essere di norma e come succede in tanti altri giardini in città».

L’apertura e chiusura dei giardini è di competenza di un subappaltatore del servizio global service del verde:

«Controlleremo e solleciteremo, se del caso, che i giardini del Nei vengano chiusi regolarmente» ci ha detto l’assessore Giada Turato, responsabile del Verde. Che col collega Marco Lamperti lo scorso mercoledì s’è confrontata con Zakian sulla situazione: «Lamperti ci ha confermato -racconta il vicecoordinatore- che stanno cercando fondi per ampliare le recinzioni dei giardini. Il Comune si dice disponibile, conosce la situazione, che non è esplosa adesso col caso dell’ecuadoriano ma sussiste da anni. Noi non vogliamo essere polemici ma serve più decisione. La chiusura regolare dei giardini la sera sarebbe già un bel deterrente».

Zakian descrive la zona attorno al Nei come una “terra di nessuno”, a differenza della vicina via Bergamo: «In via Bergamo ci siamo dati un codice di condotta, qualche esercente ha una vigilanza privata, da un anno e mezzo non succedono episodi eclatanti, a parte qualche multa per consumo di alcolici da asporto in contenitori di vetro».

Ma attorno al Nei «succede di tutto: anche gruppi di 50-60 ragazzi che bivaccano la notte, magari con musica, anche fino alle 5. Quando va bene chiacchierano, ma facilmente il chiacchiericcio si trasforma in urla e poi magari in litigi. Poi ci sono spacciatori, che arrivano da fuori. E anche compagnie che arrivano da Bresso o Nova Milanese col solo intento di fare rissa. Magari spunta il coltello e derubano i coetanei. Se lo fanno è perché sono sicuri dell’impunità. Ma c’è sempre il rischio che qualcuno (i derubati, i residenti) reagisca, e allora poi può succedere il peggio».
«Telecamere ci sono, le forze dell’ordine passano anche, ma le vie di fuga sono numerose e non possiamo pretendere una pattuglia fissa in permanenza. Ma l’impunità non deve sussistere. Al mattino della domenica i giardini attorno al Nei sono pieni di bottiglie vuote, le famiglie coi bambini  devono fare lo slalom tra i mucchi di spazzatura. Non è ammissibile».

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