Besana in Brianza

"I minialloggi sono abusivi". Anche il Consiglio di Stato ha dato ragione al Comune

L’annosa questione delle due unità abitative ricavate all’interno della «Scola» è arrivata al capolinea.

"I minialloggi sono abusivi". Anche il Consiglio di Stato ha dato ragione al Comune
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L’annosa questione dei due minialloggi abusivi ricavati all’interno della «Giuseppina Scola» di Brugora è arrivata al capolinea.

"I minialloggi sono abusivi". Anche il Consiglio di Stato ha dato ragione al Comune

E le notizie non sono buone per la casa di riposo: il Consiglio di Stato, infatti, ha confermato quanto contestato dal Comune nel 2012, ordinando quindi il ripristino dei luoghi. Che, tradotto, comporta lo smantellamento dei minialloggi; questi ultimi, prudenzialmente, oggi non utilizzati dalla «Scola».

La sentenza dei massimi giudici amministrativi è stata pubblicata la scorsa settimana, andando a chiudere la vicenda nelle aule di tribunale dopo il fallimento del tentativo di trovare una soluzione stragiudiziale. Lo scorso marzo, gli avvocati di Rsa e villa Borella - Monica Meroni ed Emanuela Beacco per la prima, Paolo Bertacco e Andrea Manzi per la seconda - avevano chiesto e ottenuto il rinvio della causa per «consentire la definizione della procedura di sanatoria». L’obiettivo era adeguare i due minialloggi alle normative attuali, in modo da renderli utilizzabili insieme ai dieci già attivi. Una strada, però, risultata impercorribile, nonostante la comunione di intenti tra la Giunta guidata dal sindaco Emanuele Pozzoli e il presidente del Consiglio di Amministrazione della «Scola» Luisa Villa.

La vicenda

Ambedue sono stati protagonisti della vicenda, scoppiata nel 2010. Allora era stata Villa, già membro del Cda, a far scoppiare il bubbone. Il Governo della città era nelle mani del centrodestra, con Vittorio Gatti sindaco e il leghista Davide Cereda (oggi seduto nel Cda) suo vice: una vera bomba, tanto da scatenare una guerra intestina tra Lega e Pdl che aveva messo seriamente in bilico la sopravvivenza dell’Esecutivo.
Il punto di partenza è il provvedimento del 28 giugno 2012 con il quale il Comune rigetta la domanda di accertamento di conformità proposta dalla fondazione in relazione a taluni interventi effettuati all’interno dell’ex monastero senza titolo edilizio. In particolare i due minialloggi - dotati di servizi igienici, soggiorno con zona cottura e camera da letto - e di un archivio realizzati dalla suddivisione, mediante la costruzione di muri interni, di un’unica sala polivalente; oltre al nuovo ingresso al locale portineria.

Il Consiglio di Stato ha confermato sostanzialmente quanto già deciso dal Tar, dichiarando infondato l’appello della casa di riposo. Perché, differentemente da quanto sostenuto dalla fondazione, «la trasformazione del terzo livello dell’edificio da sala polivalente in alloggi destinati agli ospiti integra gli estremi di una modifica della destinazione d’uso rilevante, con incidenza sul carico urbanistico in quanto comporta l’incremento della capacità ricettiva della struttura assistenziale di due unità abitative». Ritenuto quindi che «non sussitono i presupposti per il rilascio del permesso di costruire in sanatoria essendo gli interventi effettuati senza permesso di costruire», la conseguenza è «il ripristino della situazione di fatto precedente che non ammette “graduazioni”».

Dal suo ufficio al primo piano di villa Borella, il primo cittadino Emanuele Pozzoli ha accolto la sentenza con non ostentata soddisfazione, come si addice al nuovo ruolo istituzionale.
«Dimostra che il Comune aveva operato nel modo giusto - ha commentato - Ora, con serenità, ragioneremo con la fondazione per rispettare la sentenza. Poi, guarderemo avanti».

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