In Italia per partecipare alla trasmissione di Gerry Scotti

I nani da record in Duomo

La coppia più bassa del mondo ha deciso di ammirare le bellezze della Basilica monzese.

I nani da record in Duomo
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Tra la folla di turisti in Duomo anche la coppia di sposi più piccola del mondo.  Martedì mattina scorso il 31enne Paulo Gabriel da Silva Barros e la 35enne Katyucia Hoshino, conosciuti come la coppia più bassa del mondo, hanno fatto il loro ingresso nella basilica monzese per ammirarne dipinti e monumenti.

I nani da record in Duomo

Nati entrambi in Brasile, 90 centimetri lui e 91 lei, Paulo e Katyucia si trovavano a Monza per partecipare alla trasmissione televisiva «Lo show dei record» condotta da Gerry Scotti a Cologno Monzese. L’occasione hanno spiegato si è poi rivelata utile per spostarsi di qualche miglio e far visita a quella che avevano loro descritto come la bella capitale della Brianza.
Divenuti famosi in tutto il mondo dopo essere stati misurati dai funzionari del Guinness World Records al St Thomas’s Hospital, a Londra, ed essere stati dichiarati gli sposi più bassi del globo (primato ancora oggi tale) è stato ancora nella capitale britannica che i due nel 2016 sono convolati a nozze.

Ad accoglierli lo storico sacrestano Ademar

Ad accoglierli in Duomo, neanche a farlo apposta, l’altrettanto noto in città storico sacrestano Ademar da Silva, anche lui nato in Brasile. «La prima che ho notato è stata Katyucia e inizialmente ho pensato si trattasse di una bambina particolarmente precoce e disinvolta nell’uso del telefonino - ha raccontato, sottolineando la predilezione della donna per i selfie - Quando però mi sono avvicinato ho capito che avevo preso un abbaglio. Ho poi visto anche Paulo, e con loro uno stuolo di assistenti che li accompagnava, compreso il loro medico (Thiago Vieira, anche lui famoso in Brasile)». Il sorriso e l’allegria dei due sposini e il fatto di parlare portoghese hanno fatto il resto. Trasformando il sacrestano in una guida ineguagliabile.
«Ci siamo presentati e ho così compreso meglio chi fossero - ha continuato Ademar - Poi li ho accompagnati a fare un giro della basilica. Si sono detti felici delle nostre origini comuni e inoltre li ho visti piuttosto ammirati di fronte alle opere. Evidentemente il Duomo non ha deluso le loro aspettative. E dire che per loro anche salire i gradini dell’altare è stata davvero un’impresa». Paulo infatti ha nanismo causato da displasia diastrofica, mentre Katyucia da acondroplasia. Una condizione particolare e certamente non facile per affrontare la quotidianità.

Turisti in crescita, ma non tutti «all’altezza»

Al termine della visita (apprezzatissima) e dopo i selfie di rito insieme al sacrestano, i due piccoli sposini hanno infine annunciato di voler visitare la Villa Reale. E Paulo e Katyucia sono soltanto alcuni delle migliaia di turisti che da qualche mese a questa parte (complice anche l’allentarsi delle restrizioni sanitarie) hanno ricominciato a frequentare il Duomo per ammirarne le bellezze. Soprattutto nei weekend.

«I motivi vanno ricercati nel grande risalto che i media hanno posto in merito al rifacimento della facciata e ultimamente ai monumenti in generale della città, in particolare alla Reggia (l’utima in ordine di tempo la trasmissione “Meraviglie, la penisola dei tesori” di Alberto Angela) - ha spiegato l’arciprete Silvano Provasi - Certo questo tipo di turismo è differente da quello cui eravamo abituati. Molti dei visitatori infatti sono italiani e provengono da zone vicine, come per esempio la Bergamasca». Un quadro confermato dallo stesso Ademar, che apre le porte ai visitatori: «I problemi legati agli spostamenti hanno riacceso la voglia di scoprire i tesori più vicini. Fra i visitatori ci sono anche tanti milanesi, molti dei quali vedono Monza per la prima volta. Rimanendone felicemente sorpresi. Cosa mai accaduta prima».
Tanti nuovi turisti, dunque. Seppure, guarda caso, non tutti propriamente «all’altezza». E non per un problema di statura. A mancare sempre è infatti il senso di sacralità che il Duomo dovrebbe ispirare. C’è chi non si toglie il cappello, chi dimentica di genuflettersi e perfino chi scatta foto e selfie durante le funzioni. «Sono forme di rispetto considerate da alcuni vetuste ma che andrebbero rispettate - hanno chiarito dalla sacrestia - E’ il mettersi in contemplazione con il giusto stato d’animo che rende infatti possibile gustare la vera bellezza. Delle cose e di Dio».

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