L'analisi del centro studi della CGIA di Mestre

I "paperoni d'Italia" vivono anche in Brianza: la classifica

In base alla classifica della CGIA di Mestre abitano a Vedano al Lambro, Monza, Correzzana e Lesmo

I "paperoni d'Italia" vivono anche in Brianza: la classifica
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"I paperoni d'Italia" abitano anche a Vedano al Lambro, Monza, Correzzana e Lesmo. Lo dice la classifica pubblicata qualche giorno fa dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre che ha analizzato i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze riferiti alle dichiarazioni dei redditi ai fini Irpef del 2021.

I "paperoni d'Italia" vivono anche in Brianza: ecco la classifica

La classifica vede Vedano al Lambro piazzarsi al 21esimo posto, mentre il capoluogo di provincia si posiziona al 33esimo. Per trovare Lesmo dobbiamo scorrere la classifica fino al 34esimo posto, mentre Correzzana si trova poco più sotto, al 36esimo.

Reddito medio

Nel dettaglio a Vedano al Lambro il reddito medio è di 35.123 euro calcolato su una base di 5.566 contribuenti, mentre per quanto riguarda Monza il reddito medio è di 32.237 euro, calcolato su una base di 88.875 contribuenti. Nel vimercatese invece, a Lesmo, il reddito medio è di 32.058 euro mentre a Correzzana è di poco inferiore, 32.015 euro.

Milano svetta al 12esimo posto

Il primo comune capoluogo di provincia che scorgiamo nella classifica nazionale è invece Milano che si colloca al 12° posto su 50, con un reddito complessivo medio di 37.189 euro. Seguono come già detto Monza al 33° con 32.237 euro, poi Bergamo al 39° con 31.883 euro.

Il comune più ricco e quello più povero

A livello generale la classifica della CGIA di Mestre vede al primo posto, come comune più ricco d’Italia, Lajatico (in provincia di Pisa) mentre quello più povero è Cavargna, in provincia di Como.

"Un Paese, il nostro, che essendo lungo e stretto presenta, anche dalla lettura delle dichiarazioni dei redditi dei propri contribuenti, differenze molto marcate con segnali di “impoverimento” che purtroppo interessano anche il Nord - si legge nella nota della CGIA di Mestre -: tra i 50 comuni più “poveri” del Paese, ad esempio, ben 11 sono del settentrione. Nella stragrande maggioranza dei casi stiamo parlando di piccolissime realtà di montagna che hanno vissuto negli ultimi 30-40 anni lo spopolamento e un progressivo invecchiamento della popolazione rimasta. Milano comunque rimane il comune capoluogo di provincia più ricco d’Italia con 37.189 euro; praticamente il doppio dei 18.706 euro dichiarati a Ragusa".

Dalla CGIA ricordano che va comunque sottolineato che i dati non includono i redditi dei soggetti a imposta sostitutiva o esenti da tassazione diretta (come gli interessi sui redditi di capitale e i redditi realizzati applicando il regime fiscale forfettario) e da eventuali integrazioni (reddito di cittadinanza, assegno unico, pensioni di invalidità, etc.). Ovviamente, in questa statistica non sono compresi nemmeno gli effetti del lavoro sommerso e dell’evasione fiscale che nelle aree più disagiate del Paese spesso costituiscono un vero e proprio “espediente” per sostenere economicamente in particolar modo le fasce sociali più deboli

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